Kush

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Regno di Kush
Regno di Kush - Localizzazione
Regno di Kush - Localizzazione
Il Regno di Kush al tempo della XXV dinastia egizia (ca. 700 a.C.) - sono evidenziate la madrepatria kushita e l'effettiva estensione dell'impero.[1]
Dati amministrativi
Lingue parlateLingue nubiane, Lingue cuscitiche
CapitaleMeroe
Altre capitaliNapata (vecchia capitale e capitale religiosa)
Dipendente daAntico Egitto
Politica
Forma di governomonarchia (v. Re di Kush)
Nascita785 a.C. con Alara
Fine350 d.C.
Territorio e popolazione
Bacino geograficoNubia
Popolazione1.150.000[2] nel Periodo meroitico
Religione e società
Religioni preminentiReligione egizia
Evoluzione storica
Preceduto daKerma
Succeduto daAlodia
Nobazia
Makuria
Regno di Axum
Ora parte diSudan (bandiera) Sudan
Egitto (bandiera) Egitto

Con il termine Kush (lingua egizia 𓎡𓄿𓈙𓈉 k3š, pronunciato kuɫuʃ o kuʔuʃ; cuneiforme 𐎤𐎢𐏁𐎡𐎹𐎠; pronunciato Kūshīyā; lingua greca antica Κούς o Aithiopia, Αἰθιοπία) si intende la regione o l'omonimo regno, situato in Nubia (Nord Africa), tra il sud dell'Egitto moderno e la parte settentrionale del Sudan, in cui si svilupparono alcune importanti civiltà e culture. Come per gli egizi, l'asse dello sviluppo della civiltà di Kush fu il fiume Nilo, sulle cui rive si formarono vari centri di civilizzazione tra cui Kerma, Napata e Meroe. Per lunghi periodi la storia della regione fu influenzata e legata a quella dell'antico Egitto, con un'alternanza di periodi di dominazione egizia e di autonomia politica. Fiorita in un periodo in cui l'attraversamento del Sahara era meno arduo di quanto sia oggi, la civiltà di Kush ebbe probabilmente un ruolo determinante come tramite culturale fra i popoli del bacino del Mediterraneo e quelli dell'Africa subsahariana.[3]

La regione della Nubia è stata una delle prime culle della civiltà, producendo diverse società complesse che si occupavano di commercio e industria.[4] La città-stato di Kerma emerse come forza politica dominante tra il 2450 e il 1450 a.C., controllando la Valle del Nilo tra la prima e la quarta cataratta, un'area grande quanto l'Egitto. Gli egiziani furono i primi a identificare Kerma come "Kush" e nel corso dei secoli successivi le due civiltà s'impegnarono, a fasi alterne, in guerre, scambi commerciali e scambi culturali.[5]

Gran parte della Nubia passò sotto il dominio egiziano durante il periodo del Nuovo Regno (1550-1070 a.C.). In seguito alla disintegrazione dell'Egitto nel c.d. "Collasso dell'Età del Bronzo", i Kushiti ristabilirono un regno a Napata (attuale Karima, in Sudan). Sebbene il Kush avesse sviluppato molte affinità culturali con l'Egitto, come la venerazione di Amon, e le famiglie reali di entrambi i regni spesso si sposassero tra loro, la cultura kushita si mantenne distinta da quella egizia e nell'arte egizia i "Kushiti" furono sempre ben distinti quanto ad abbigliamento, aspetto e persino mezzi di trasporto.[4]

Re Kashta "il Kushita" divenne pacificamente sovrano dell'Alto e del Basso Egitto, mentre sua figlia Amenardis I fu nominata Divina Adoratrice di Amon a Tebe.[6] Pianki invase l'Egitto nell'VIII secolo a.C., stabilendo la XXV dinastia. Anche la figlia di Pianki, Shepenupet II, fu nominata Divina Adoratrice di Amon. I monarchi di Kush governarono l'Egitto per oltre un secolo fino alla conquista assira, venendo infine espulsi dall'egiziano Psammetico I a metà del VII secolo a.C. In seguito alla rottura dei legami con l'Egitto, la capitale imperiale kushita si spostò a Meroe,[7] momento in cui il Kush divenne noto ai Greci come Etiopia. Kush rimase una grande potenza regionale fino al IV secolo d.C., quando s'indebolì e disintegrò a causa di ribellioni interne. Meroe fu conquistata e distrutta dal Regno di Axum, segnando la fine del regno e la sua dissoluzione nelle tre comunità di Nobazia, Makuria e Alodia.

A lungo oscurato dal suo più importante vicino egiziano,[8] le scoperte archeologiche dalla fine del XX secolo hanno rivelato che il Kush fu una civiltà molto avanzata.[8] I Kushiti avevano la loro lingua e scrittura precipue; un'economia complessa basata sul commercio e l'industria; padroneggiavano il tiro con l'arco; svilupparono una società urbana complessa con livelli straordinariamente alti di partecipazione femminile.[8]

  1. ^ (EN) Dive beneath the pyramids of Sudan's black pharaohs, in National Geographics, 2 July 2019.
  2. ^ Stearns PN (a cura di), (II.B.4.) East Africa, c. 2000–332 B.C.E., in The Encyclopedia of World History: Ancient, Medieval, and Modern, Chronologically Arranged, Boston, Houghton Mifflin Harcourt, 2001, p.  32., ISBN 978-0-395-65237-4.
  3. ^ Davidson B (1963), L'Africa riscoperta, Feltrinelli.
  4. ^ a b (EN) The Kingdoms of Kush, su National Geographic Society. URL consultato il 29 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2020).
  5. ^ Alberge D, Tomb reveals Ancient Egypt's humiliating secret, Londra, The Times.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Torok2
  7. ^ Edwards, pp. 121-122.
  8. ^ a b c (EN) Stirn IKM, Why Sudan's Remarkable Ancient Civilization Has Been Overlooked by History, su Smithsonian Magazine. URL consultato il 23 agosto 2020.

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