L'arte della fuga

L'arte della fuga
Die Kunst der Fuge
La prima pagina del manoscritto del Contrapunctus 1.
CompositoreJohann Sebastian Bach
TonalitàRe minore
Tipo di composizioneRaccolta di fughe e canoni
Numero d'operaBWV 1080
Epoca di composizioneAnni quaranta del XVIII secolo
Pubblicazione1751 (1ª edizione, post.)

1752 (2ª edizione, post.)
1878 (BGA XXV.1)
1995 (NBA VIII/2)

AutografoDie Kunst der Fuge BWV 1080

L'arte della fuga (nell'originale in tedesco, Die Kunst der Fuge) BWV 1080 è una raccolta di composizioni di Johann Sebastian Bach, senza indicazioni sulla strumentazione, formata da diciannove fughe (ma il loro numero varia a seconda del criterio di classificazione che i diversi editori adottarono per dividerle o accorparle)[1] a tre e quattro voci, quattro canoni a due voci e un corale a quattro voci.[2]

Iniziata intorno al 1740, o forse anche prima, ma portata avanti con assiduità solo a partire dal 1747, L'arte della fuga restò incompiuta a causa della morte di Johann Sebastian Bach, avvenuta nel 1750. Nonostante fosse incompleta, Carl Philipp Emanuel Bach, figlio di Johann Sebastian, la fece stampare nel 1751. A questa pubblicazione ne seguì una seconda, sempre in versione incompleta, nel 1752. In entrambi i casi, però, l'opera non destò l'interesse del pubblico, ormai orientato verso diverse mode musicali, e vendette solo poche copie.[3]

La raccolta, che costituisce un vero e proprio saggio di arte del contrappunto, esplora sistematicamente tutte le possibilità offerte da un semplice tema in re minore elaborato secondo diverse tecniche compositive, come, ad esempio, la variazione e il rovesciamento speculare degli intervalli. Insieme con l'Offerta musicale, L'arte della fuga è riconosciuta come una delle opere più complesse e articolate mai scritte e viene universalmente considerata uno dei vertici più alti mai raggiunti dalla polifonia contrappuntistica nell'intera storia della musica.[4][5]

  1. ^ Bouchet, p. 122.
  2. ^ Basso, 1983, p. 721.
  3. ^ Basso, 1983, p. 720.
  4. ^ Molteni, p. 125.
  5. ^ Basso, 1983, p. 710.

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