L'orso (film)

L'orso
Una scena del film
Titolo originaleL'ours
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneFrancia
Anno1988
Durata94 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico, avventura
RegiaJean-Jacques Annaud
SoggettoJames Oliver Curwood (romanzo)
SceneggiaturaGérard Brach
ProduttoreClaude Berri
Produttore esecutivoPierre Grunstein
Casa di produzioneRenn Productions
FotografiaPhilippe Rousselot
MontaggioNoëlle Boisson
MusichePhilippe Sarde
ScenografiaToni Lüdi
CostumiFrançoise Disle, Corinne Jorry
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

«Esiste un'emozione più forte che quella di uccidere, quella di lasciar vivere.»

L'orso (L'ours) è un film del 1988 diretto da Jean-Jacques Annaud, tratto dal romanzo The Grizzly King (1916) di James Oliver Curwood. La sceneggiatura, di Gérard Brach, vede come protagonista un possente grizzly prendere sotto la sua protezione un cucciolo d'orso, rimasto orfano della madre. Entrambi sono braccati da un gruppo di cacciatori che, una volta compresa la vera essenza degli animali, rinunceranno all'arduo inseguimento.

È una favola ecologica raccontata dal punto di vista di un animale,[2] e che ha lo scopo di mostrare come in natura non esistano assassinio e vendetta, e che la cattiveria può essere portata soltanto dall'essere umano.[3] Brach e Annaud iniziarono a programmare la storia nel 1981, ma il film fu iniziato sei anni più tardi, poiché il regista si impegnò su un altro progetto. Il film è ambientato nella Columbia Britannica del XIX secolo, ma venne girato in Italia, nelle aree delle Dolomiti.

Apprezzato per la sua quasi totale mancanza di dialogo, nonché per la particolare fotografia di Philippe Rousselot e la colonna sonora di Philippe Sarde,[4][5][6] L'orso è uno dei film più riusciti del regista Annaud.[7][8] Alla sua distribuzione nelle sale fu subito un successo di pubblico e venne accolto altrettanto positivamente anche dalla critica. Ottenne una candidatura al premio Oscar per il miglior montaggio e vinse due Premi César, assegnati al regista e alla montatrice Noëlle Boisson.[9] Malgrado il successo ottenuto Annaud rivelò apertamente, durante il periodo di proiezione del film, di non aver intenzione di realizzare alcun sequel.[10]

  1. ^ Piero Perona, «L'orso» recita la sua vera vita e piange, si dispera, gioisce, in La Stampa, 17 dicembre 1988, p. 27. URL consultato il 6 maggio 2013.
  2. ^ Maria Grazia Bruzzone, Annaud: l’Africa un grande amore, in La Stampa, 26 febbraio 1988, p. 23. URL consultato il 2 maggio 2013.
  3. ^ Raffaello Porro, Quattro orsi bruni all’Arena Metropolis e un coniglio furbacchione alla Pellerina, in La Stampa, 15 luglio 1989, p. 23. URL consultato il 2 maggio 2013.
  4. ^ Giancarlo Ansaloni, Che tenero Grizzly, in La Stampa, 25 maggio 1987, p. 11. URL consultato il 2 maggio 2013.
  5. ^ (EN) Frederic e Mary Ann Brussat, Film Review: The Bear, directed by Jean-Jacques Annaud, su spiritualityandpractice.com, Spirituality & Practice. URL consultato il 2 maggio 2013.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore L'ours
  7. ^ L'orso, in La Stampa, 17 dicembre 1988, p. 13. URL consultato il 2 maggio 2013.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Youk orsetto
  9. ^ Lancia, 1998, pp. 288-289.
  10. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Regista della Rosa

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