Il costume popolare tipico femminile, la pacchiana, è il simbolo inconfutabile e caratterizzante del comune di Minturno. Importanti sono i riconoscimenti che il costume ha ottenuto nella storia, grazie alla sua singolare bellezza e particolarità. Nel 1930 è stato premiato tra cinquecento vestiti folklorici in competizione; l’8 gennaio 1934, in occasione delle nozze del principe Umberto di Savoia con Maria José del Belgio, è stato premiato come il più bello d’Italia e infine nel 1981, a Bogotà, in Colombia, ha vinto il primo premio al Festival Internazionale del Folclore. È un vestito di tutti i giorni che in occasioni di festa si abbelliva di ornamenti d’oro, un lusso così eccessivo che Onorato II Caetani, conte di Traetto, si vide costretto a promulgare il 22 ottobre 1480 un editto per reprimere l'eccesso di sfarzo nel vestito. Una descrizione dettagliata della vestitura della donna di Terra di Lavoro l'abbiamo già nel 1785 da parte di Camillo Minieri Riccio ed i primi gouaches della pacchiana furono dipinti da Alessandro D'Anna nel 1782.
Quello che in modo più appariscente distingue e contraddistingue la gente di Minturno è, o meglio era, l’abbigliamento muliebre, “la pacchiana”.[1]
Oro, pizzo, stramma, mussola e panno: il costume della pacchiana minturnese racchiude in sé le ricchezze dei popoli del mediterraneo, la storia di un'epoca in cui gli scambi economici con arabi e nordafricani avvenivano senza il peso delle differenze religiose o di pelle. La ricchezza portata sul litorale laziale dai saraceni ha influenzato le preziose cuciture sul corpetto in oro e gli ornamenti che le donne minturnesi sfoggiavano.[2]
Questo modo di vestire è quasi scomparso; oggi soltanto qualche donna, ancora fedele alle tradizioni, lo usa. Se, da un lato, la trasformazione radicale data dal progresso, dal tecnicismo e soprattutto dai mezzi di comunicazione, che hanno facilitato il contatto tra popoli di diverse nazioni, ha indebolito il folclore e la tradizione locale, lasciando spazio a modi di vivere diversi e più progrediti, dall’altro i valori di questo folclore, espressione viva di sentimenti autenticamente popolari, rappresentano un patrimonio da custodire per la gioia di un popolo che continua ad interpretarsi ed esprimersi nella famosa Sagra delle Regne, una festa organizzata in omaggio dei cittadini minturnesi alla Madonna delle Grazie, in cui risalta la vitalità dell’anima del popolo con costumi, canti, danze, scene, fuochi d'artificio.
Il costume è ricco, esteticamente piacevole e quasi regale, spagnoleggiante, forse per la dominazione che sulle terre del litorale ebbero gli spagnoli a cavallo fra i secoli XV e XVI.