La spigolatrice di Sapri

La spigolatrice di Sapri
La statua della Spigolatrice sullo scoglio dello Scialandro a Sapri
AutoreLuigi Mercantini
1ª ed. originale1858
Generepoesia
Lingua originaleitaliano

La spigolatrice di Sapri è una poesia di Luigi Mercantini, scritta nel 1858 e ispirata alla fallita spedizione di Sapri guidata da Carlo Pisacane (1857), che avrebbe avuto lo scopo di innescare una rivoluzione nel Regno delle Due Sicilie in cui affermare la questione sociale su quella politica, con lo scopo di abolire la proprietà privata, dei mezzi di produzione e del principio di autorità, essendo la sovranità un diritto di natura inalienabile e non delegabile, che risiede nell'intera nazione; solo il socialismo, cioè una completa riforma dell'ordine sociale, avrebbe spinto il popolo alla battaglia[1][2].

Si tratta, insieme all'Inno di Garibaldi, di uno dei componimenti a cui la fama di Mercantini come cantore del Risorgimento è indissolubilmente legata.

Mercantini adotta l'innocente punto di vista di una lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura del grano, che per caso si ritrova ad assistere allo sbarco dei rivoluzionari, incontra Pisacane e se ne invaghisce; la donna parteggia quindi per i trecento e li segue in combattimento, ma finisce per assistere impotente al loro massacro da parte delle truppe borboniche.

Particolarmente conosciuto e citato, talora anche in forma parodiata o ironica, è il ritornello «Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti».

Presente nella sezione dedicata alla letteratura ottocentesca di molte antologie scolastiche italiane, La spigolatrice di Sapri è considerata una delle migliori testimonianze della poesia patriottica dell'epoca.

  1. ^ Pisacane, Carlo - Treccani, su Treccani. URL consultato il 30 maggio 2024.
  2. ^ Saggi storici-politici-militari sull'Italia (4 voll., post., 1858-60)

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