Lea Pericoli

Lea Pericoli
Lea Pericoli nel 1970
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Tennis
Termine carriera1975
Carriera
Singolare1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti 13
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open 2T (1965)
Bandiera della Francia Roland Garros 4T (1955, 1960, 1964, 1971)
Bandiera del Regno Unito Wimbledon 4T (1965, 1967, 1970)
Bandiera degli Stati Uniti US Open
Doppio1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti 13
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open 2T (1965)
Bandiera della Francia Roland Garros SF (1964)
Bandiera del Regno Unito Wimbledon QF (1960)
Bandiera degli Stati Uniti US Open
Doppio misto1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti 4
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open 2T (1965)
Bandiera della Francia Roland Garros SF (1960)
Bandiera del Regno Unito Wimbledon QF (1955 1960)
Bandiera degli Stati Uniti US Open
1 Dati relativi al circuito maggiore professionistico.
 

Lea Pericoli (Milano, 22 marzo 1935) è un'ex tennista, conduttrice televisiva, telecronista sportiva e giornalista italiana.

In coppia con Silvana Lazzarino è stata cinque volte finalista nel doppio agli Internazionali d'Italia. Al Roland Garros è entrata quattro volte negli ottavi di finale nel singolare ed è stata una volta semifinalista sia nel doppio (con Silvana Lazzarino) che nel doppio misto (con Antonio Palafox). A Wimbledon è entrata tre volte negli ottavi di finale nel singolare, una volta nei quarti di finale nel doppio (con la Lazzarino) e due volte nel doppio misto (con Orlando Sirola e con Palafox). Detiene il record del maggior numero di titoli vinti ai Campionati italiani assoluti di tennis, ventisette, ritirandosi a quarant'anni come campionessa in carica in tutte e tre le specialità.

Per la sua eleganza, sia in campo che fuori, Lea Pericoli è stata soprannominata "la Divina" dal giornalista sportivo specializzato Gianni Clerici[1].

  1. ^ La bellissima vita di Lea Pericoli, su tennis.it. URL consultato il 5 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2018).

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