Lev Trockij | |
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Commissario del popolo agli affari esteri della RSFS Russa | |
Durata mandato | 8 novembre 1917 – 13 marzo 1918 |
Capo del governo | Vladimir Lenin |
Predecessore | Michail Tereščenko |
Successore | Georgij Vasil'evič Čičerin |
Commissario del Popolo per gli affari militari e navali della RSFS Russa | |
Durata mandato | 14 marzo 1918 – 15 gennaio 1925 |
Capo del governo | Vladimir Lenin Aleksej Rykov |
Predecessore | Nikolaj Podvojskij |
Successore | Michail Frunze |
Presidente del Soviet di Pietrogrado | |
Durata mandato | 8 ottobre 1917 – 8 novembre 1917 |
Predecessore | Nikolaj Čcheidze |
Successore | Grigorij Zinov'ev |
Membro del Politburo della RSFSR e dell'URSS | |
Durata mandato | 10 ottobre 1917 – 23 ottobre 1926 |
Comandante in capo dell'Armata Rossa | |
Durata mandato | 13 marzo 1918 – 15 gennaio 1925 |
Predecessore | nessuno |
Successore | Iosif Stalin |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Operaio Socialdemocratico Russo (1902-1918) Partito Comunista Russo (bolscevico) (1918-1923) Partito Comunista di Tutta l'Unione (bolscevico) (1923-1927) Quarta Internazionale (1938-1940) |
Firma |
Lev Davidovič Bronštejn | |
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Soprannome | Lev Trockij |
Nascita | Janovka, 7 novembre[1] 1879 |
Morte | Coyoacán, 20 agosto 1940 (60 anni) |
Cause della morte | Assassinio |
Religione | Ateismo |
Dati militari | |
Paese servito | RSFS Russa Unione Sovietica |
Forza armata | Armata Rossa |
Specialità | Commissario politico |
Anni di servizio | 1918 - 1923 |
Grado | Comandante in capo |
Guerre | Guerra civile russa Guerra sovietico-polacca Guerra ucraino-sovietica |
Battaglie | Battaglia di Varsavia (1920) |
Comandante di | Armata Rossa (Comandante in capo 1918-1925) |
Decorazioni | Ordine della Bandiera Rossa |
"Ordine della bandiera rossa" | |
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Lev Trockij (AFI: [ˈlʲef ˈtrot͡skʲɪj]; pronuncia in italiano: [ˈtrɔʦki];[2] in russo Лев Троцкий?, in ucraino Лев Троцький?), Lev Trotsky o Leon Trotsky nella traslitterazione anglosassone,[3] pseudonimo di Lev Davidovič Bronštejn in russo, Lejba Davydovyč Bronštejn in ucraino (in russo Лев Давидович Бронштейн? , in ucraino Лейба Давидович Бронштейн?; Janovka, 7 novembre 1879, 26 ottobre del calendario giuliano[4] – Coyoacán, 21 agosto 1940) è stato un politico, rivoluzionario, politologo e militare russo di origini ucraine, assieme a Vladimir Lenin fu la figura centrale della Rivoluzione d'ottobre e del gruppo dirigente della nascente URSS. Ideologicamente un marxista, membro del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, i suoi scritti e il suo pensiero ispirarono la scuola ideologica conosciuta come trockismo.
Nato da una ricca famiglia ebrea russa di Janovka (oggi Bereslavka, in Ucraina), abbracciò il marxismo dopo essersi trasferito a Nikolaev (oggi Mykolaïv) nel 1896. Nel 1898, fu arrestato per attività rivoluzionarie ed esiliato in Siberia; ma nel 1902 fuggì a Londra, dove collaborò con Lenin, scrivendo per la rivista del Partito Operaio Socialdemocratico Russo Iskra. Inizialmente, appoggiò i menscevichi di Julij Martov nella disputa con Lenin, ma dal 1904 si posizionò come non frazionista. Durante la Rivoluzione russa del 1905, rientrò in Russia, diventando il presidente del soviet di San Pietroburgo. Venne nuovamente esiliato in Siberia, ma scappò nuovamente nel 1907, passando lungo tempo tra Vienna, in Svizzera, Parigi, New York. Dopo la Rivoluzione di febbraio 1917, che rovesciò lo zar Nicola II, tornò in Russia e si unì ai Bolscevichi. Come presidente del soviet di Pietrogrado giocò un ruolo molto importante nella Rivoluzione d'ottobre che destituì il Governo provvisorio russo, che si era insediato in seguito alla Rivoluzione di febbraio. Nel primo Governo di Lenin, Trockij fu nominato commissario del popolo agli Affari Esteri, guidando i negoziati del Trattato di Brest-Litovsk con gli imperi centrali, con il quale la Russia uscì dalla Prima Guerra Mondiale, perdendo enormi territori. Dal 1918 al 1925, servì la carica di Commissario del popolo per gli Affari militari e navali della RSFSR, fondando l'Armata Rossa. Organizzando, istituendo la coscrizione, imponendo addestramento e disciplina, condusse l'Armata Rossa alla vittoria nella spaventosa Guerra civile russa, determinando l'affermazione definitiva del partito comunista. Nel 1922, formò un'alleanza con Lenin contro l'emergente nomenklatura sovietica; Lenin lo propose come suo vice nel Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa, ma Trockij rifiutò. Oppositore dalla sinistra del partito della Nuova Politica Economica, invocò invece una rapida industrializzazione, la collettivizzazione dell'agricoltura e l'espansione della Democrazia dei soviet. Alla morte di Lenin, venne sconfitto da Stalin e dai suoi alleati, perdendo il proprio potere. Prima venne espulso dal Politburo nel 1926, poi dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica nel 1927, esiliato interno nella remota Alma Ata in Kazakistan nel 1928, e deportato nel 1929. Visse in Turchia, Francia, Norvegia - Paesi dai quali fu espulso - prima di stabilirsi in Messico nel 1937, dove fu accolto da una cerchia di sostenitori locali, tra cui gli artisti Diego Rivera e Frida Kahlo.
Dall'esilio, Trockij scrisse intensamente e polemicamente contro lo Stalinismo, sostenendo l'Internazionalismo proletario contro la teoria di Stalin del Socialismo in un solo Paese. La posizione di Trockij risiedeva nella sua teoria della Rivoluzione permanente, secondo la quale la rivoluzione comunista avrebbe potuto sopravvivere solamente se si fosse estesa agli avanzati Paesi capitalisti. Nel suo libro La Rivoluzione Tradita, denunciava che l'Unione Sovietica era diventato uno Stato operaio degenerato a causa del suo isolamento, chiedendo la fine della dittatura burocratica di Stalin. Trotsky fondò la Quarta Internazionale nel 1938 come alternativa al Comintern. Egli fu condannato a morte in absentia all'inizio dei Processi di Mosca nel 1936, e assassinato nel 1940, nella sua casa di Città del Messico da Ramon Mercader, un agente dello spionaggio sovietico della NKVD.[5] Escluso da tutti i libri sovietici di storia durante la dittatura di Stalin, una moderna damnatio memoriae, da nessuno dei successivi capi sovietici ricevette mai la riabilitazione politica postuma, a differenza di altri personaggi fatti eliminare da Stalin. Invece, nell'Occidente, la memoria di Trockij emerse come quella di un eroe della sinistra antistalinista.
Intellettuale molto colto, fu anche scrittore di notevoli capacità, soprannominato «Penna» dai compagni di partito.[5]
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