Licentia populandi

La licentia populandi era una concessione, del Regno di Sicilia, in favore dei baroni o feudatari consistente nel privilegio di popolare un feudo.

La licenza conteneva il privilegium aedificandi ossia il permesso di cominciare la costruzione del borgo, che spesso avveniva in luogo di una preesistente residenza feudale, castello o baglio.

La licenza poteva essere concessa dal Re o dai Viceré ai baroni, sia come riconoscimento per i servigi resi alla corona, sia, più frequentemente, dietro il pagamento alla tesoreria Regia generale di Sicilia[1].

Molti piccoli e medio grandi centri siciliani sorsero nel XVI secolo, ma soprattutto nel XVII secolo, con questa modalità, tra cui: Acquaviva Platani, Aliminusa, Barrafranca, Campobello di Licata, Campobello di Mazara, Campofelice di Roccella, Casteltermini, Capaci, Cattolica, Cerda, Cinisi, Delia, Francavilla, Leonforte, Mazzarino, Niscemi, Paceco, Palma di Montechiaro, Piedimonte Etneo, Riesi, San Cataldo (Italia), Sperlinga, Valguarnera Caropepe, Villarosa, Villasmundo, Vittoria.

Pare che l’ultima licentia populandi fu concessa nel 1807 da Ferdinando III al Marchese di Castel Lentini, Tommaso Gargallo, che ritenendo che la vera ricchezza del feudo di Priolo (poi Priolo Gargallo) fosse nella coltivazione della terra costruì una chiesetta e quaranta case con una piazzetta di forma ottagonale: la piazza dei Quattro Canti.

  1. ^ La "licenza populandi", su comune.montevago.ag.it, Ufficio Turistico del Comune di Montevago. URL consultato il 27-01-2009 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008).

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