Locomotive FS E.321 ed E.322 | |
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Locomotiva elettrica | |
La locomotiva E.321.111 e il rimorchio motore E.322.111 nella stazione di Genova Brignole il 31 gennaio 1993. | |
Anni di progettazione | 1957 |
Anni di costruzione | E.321: 1959 – 1963 E.322: 1961 – 1964 |
Anni di esercizio | 1960 - 2002 |
Quantità prodotta | 40 E.321 + 20 E.322 |
Costruttore | OGR FS di Verona Porta Vescovo – TIBB |
Lunghezza | 9160 mm |
Larghezza | 2900 mm |
Altezza | 3700 mm |
Passo dei carrelli | passo totale: 3600 mm (1750+1850 mm) |
Massa in servizio | 36000 kg |
Massa aderente | 36000 kg |
Rodiggio | C |
Diametro ruote motrici | 1310 mm |
Rapporto di trasmissione | 1:12,4 |
Potenza oraria | 210 kW |
Potenza continuativa | 190 kW |
Sforzo trazione massimo | orario: 54 kN a 12 km/h; contin.: 47,77 kN a 13,6 km/h |
Sforzo all'avviamento | 143 kN |
Velocità massima omologata | 50 km/h |
Alimentazione | corrente continua a 3 kV |
Tipo di motore | azionamento Ward Leonard |
Dati tratti da:
Zattoni, Maffei, Le locomotive, tav. I; Album Locomotive, tav. 4; Cornolò, Dall'E.626, pp. 298-299; Vanni, Materiale, p. 308; Rolle, E.321-322, p. 11. |
Le locomotive E.321 e i rimorchi motori E.322 sono stati due gruppi di locomotive elettriche a corrente continua a 3000 V delle Ferrovie dello Stato utilizzati per il servizio di manovra[1] nei grandi scali ferroviari e nelle manovre d'imbarco e sbarco dalle navi traghetto.
A differenza delle E.321, le E.322 erano prive della cabina di guida e del pantografo e venivano utilizzate in doppia trazione a comando multiplo con le prime per raddoppiarne le prestazioni[2].
La complessità della regolazione del funzionamento tipica del motore a corrente continua ad alta tensione utilizzato nella trazione elettrica ferroviaria comportò per esse lo studio di alcune originali soluzioni progettuali e costruttive che le resero uniche nel panorama trazionistico italiano e mondiale nell'epoca precedente l'avvento dell'elettronica di potenza[3].
Furono anche oggetto di uno studio per la loro automazione, non concretatosi, che fu sviluppato insieme da studiosi italiani e cecoslovacchi e che avrebbe potuto condurre a soluzioni anticipatrici di diverse innovazioni nel comando e controllo delle locomotive elettriche[4].
I loro buoni risultati d'esercizio indussero le FS a ordinare altre macchine basate sulla stessa parte elettrica ma con una parte meccanica progettata ex novo: le E.323 ed E.324.