Considerato uno dei maggiori cantautori italiani,[4] ha inciso in carriera 20 album in studio[6][7][8] realizzando vendite per 25 milioni di dischi.[9][10] Fu interprete e autore di musica tra i più importanti e influenti del Novecento italiano;[3][11][12] compose anche per altri artisti[13] (anche internazionali come Gene Pitney,[14] gli Hollies[15] e Paul Anka[16]), mentre per i testi si affidò quasi sempre ai parolieri, con alcune eccezioni.[N 1][17][18]
Il lungo sodalizio con Mogol fu il fulcro del suo successo e ne costruì l'immagine di interprete della vita e dei sentimenti comuni; questa, che ha segnato in Italia un'epoca musicale e di costume,[4] è rimasta la principale immagine dell'artista.[19] Già dalla prima metà degli anni '70 Battisti, schivo nel rapporto con il pubblico e i media,[4] mise in pratica il ritiro dalle scene e dalla visibilità pubblica che divenne totale dall'inizio degli anni '80 fino alla morte.[20]
Dopo la parentesi della collaborazione con la moglie Velezia, elesse Pasquale Panella a paroliere più adatto alle sue esigenze di sperimentazione, per dar vita a una nuova stagione di musica più libera dagli schemi usuali e di testi che, se già con Mogol avevano talvolta raggiunto un certo grado di complessità, con Panella erano diventati enigmatici, crittografici, surreali, mai descrittivi, fino a spingersi al limite del nonsenso.[21][22]
Musicista autodidatta, polistrumentista, abile in numerosi generi musicali, fu apprezzato chitarrista ritmico nonché talentuoso arrangiatore[23] e cantante dotato di una notevole forza interpretativa e di una voce caratteristica; quest'ultima lo espose a diverse critiche, a volte anche impietose, ma contribuì a determinare il suo successo grazie alla capacità di trasmettere emozioni che molti gli riconoscevano.[24] Battisti stesso sostenne il primato dell'emozione sulla tecnica vocale.[25]
La sua frequentazione, anch'essa autodidattica, di vari generi e stili del panorama angloamericano, gli permise di realizzare un'innovativa e personale fusione tra questi e la tradizione della canzone in Italia, rendendolo un punto di riferimento nella produzione di musica leggera del Paese e ricevendo nel corso degli anni il plauso da parte di numerosi altri autori musicali, sia italiani che internazionali.[4] Negli Stati Uniti, nonostante un tentativo infruttuoso di lanciarsi sul mercato negli anni settanta,[26] la sua opera è in fase di riscoperta.[27][28]
^Michele Neri, Annunziato Cangemi e Fabio Sanna, Lucio Battisti. Discografia mondiale. Tutte le canzoni, le produzioni, le collaborazioni, Roma, Coniglio Editore, 2010, ISBN8860630991.
^ Andrea Laffranchi, Ecco tutti gli inediti di Battisti, in Corriere della Sera, 30 agosto 2002, p. 40. URL consultato il 30 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2012).
^«C'è una bellissima contraddizione che avvolge la storia, la musica, la personalità di Lucio Battisti: essere, forse, l'artista musicale più celebre di sempre in Italia, quello più conosciuto, popolare, con canzoni che sono ancora parte integrante del tessuto connettivo della cultura italiana, ma al tempo stesso essere "sconosciuto", privo di una biografia pubblica, misterioso per chiunque abbia voglia di scoprire l'uomo oltre all'artista.» Ernesto Assante (Assante, 2023).
^«[...] Di lui resterà, soprattutto, una discografia straordinaria, che lo colloca di diritto nell'olimpo del Novecento musicale italiano.» Francesco Buffoli. Ondarock
^«Da un punto di vista di musica leggera, andare avanti non significa solo fare canzoni più belle. Chi fa dei grandi arrangiamenti oggi, per esempio, è Battisti.» Rino Gaetano a Ciao 2001, luglio 1976. Riportato in Rino Gaetano Live, Emanuele Di Marco, 2001, p. 72.
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