Magnesiocoulsonite

Magnesiocoulsonite
Classificazione StrunzIV/B.04-05
Formula chimica
Proprietà cristallografiche
Parametri di cellaa = 8.38 Å[1]
Gruppo puntuale4/m 3 2/m[4]
Gruppo spazialeFd3m (gruppo nº 227)[1]
Proprietà fisiche
Durezza (Mohs)6,5[3]
Colorenero; grigio chiaro in luce incidente[3]
Striscionero[3]
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La magnesiocoulsonite è un minerale molto raro della classe dei minerali "ossidi e idrossidi" e possiede la composizione chimica idealizzata MgV2O4.[1] Da un punto di vista chimico, la magnesiocoulsonite è quindi un ossido di magnesio-vanadio o spinello di vanadio[5], in quanto appartiene strutturalmente al gruppo degli spinelli.

La magnesiocoulsonite è l'analogo del magnesio della coulsonite (FeV2O4) simile alla coppia analoga cromite (FeCr2O4) – magnesiochromite (MgCr2O4) e forma una serie cristallina mista con quest'ultima.[6] A causa della formazione di cristalli misti, parte del vanadio viene solitamente sostituito dal cromo, motivo per cui la formula è anche data come Mg(V3+,Cr3+)2O4 in varie fonti.[2][3]

  1. ^ a b c d (EN) Karl Hugo Strunz e Ernest Henry Nickel, Strunz Mineralogical Tables. Chemical-structural Mineral Classification System, 9ª ed., Stoccarda, E. Schweizerbart’sche Verlagsbuchhandlung (Nägele u. Obermiller), 2001, p. 189, ISBN 3-510-65188-X.
  2. ^ a b (EN) Stefan Weiß, Das große Lapis Mineralienverzeichnis. Alle Mineralien von A – Z und ihre Eigenschaften, 6ª ed., Monaco, Weise, 2014, ISBN 978-3-921656-80-8.
  3. ^ a b c d e (EN) John W. Anthony, Richard A. Bideaux, Kenneth W. Bladh e Monte C. Nichols, Magnesiocoulsonite (PDF), in Handbook of Mineralogy, Mineralogical Society of America, 2001. URL consultato il 16 giugno 2023.
  4. ^ (EN) Magnesiocoulsonite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 24 marzo 2024.
  5. ^ (DE) Walter Rüdorff e Bertold Reuter, Die Struktur der Magnesium- und Zink-Vanadinspinelle. Beitrag zur Struktur der Spinelle, in Zeitschrift für Anorganische und Allgemeine Chemie, vol. 253, maggio 1947, pp. 194–208, DOI:10.1002/zaac.19472530311.
  6. ^ (EN) Richard V. Gaines, H. Catherine W. Skinner, Eugene E. Foord, Brian Mason e Abraham Rosenzweig, Dana’s New Mineralogy, 8ª ed., New York, John Wiley & Sons, 1997, pp. 303–304, ISBN 0-471-19310-0.

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