Massacro di Rumbula massacro | |
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Tipo | strage |
Data | 30 novembre e 8 dicembre 1941 |
Luogo | Reichskommissariat Ostland, Riga, foresta di Rumbula |
Stato | ![]() |
Coordinate | 56°53′07.4″N 24°14′45″E |
Responsabili | Friedrich Jeckeln, Rudolf Lange, Roberts Osis, Eduard Strauch, |
Conseguenze | |
Morti | circa 24 000 ebrei lettoni e 1 000 ebrei tedeschi |
Il massacro di Rumbula è un termine usato per indicare le stragi del 30 novembre e del 8 dicembre 1941, in cui circa 25 000 ebrei furono uccisi nella foresta di Rumbula vicino a Riga, durante l'Olocausto. Fatta eccezione per il massacro di Babi Yar in Ucraina, questa è stata la più grande atrocità dell'Olocausto fino all'inizio delle operazioni nei campi di sterminio.[1] Circa 24 000 delle vittime erano ebrei lettoni del ghetto di Riga e circa 1 000 ebrei tedeschi furono trasportati nella foresta in treno. La strage di Rumbula fu condotta dall'Einsatzgruppen A nazista con l'aiuto dei collaboratori locali dell'Arajs Kommando, con il supporto di altri ausiliari lettoni. Il responsabile dell'operazione era il Höherer SS und Polizeiführer Friedrich Jeckeln, che in precedenza aveva supervisionato l'esecuzione di massacri simili in Ucraina. All'organizzazione del massacro partecipò anche Rudolf Lange, che in seguito partecipò alla conferenza di Wannsee. Alcune delle accuse contro il lettone Herberts Cukurs sono legate allo sgombero del ghetto di Riga da parte dell'Arajs Kommando. Gli omicidi di Rumbula, insieme a molti altri, hanno costituito la base del processo Einsatzgruppen del secondo dopoguerra dove un certo numero di comandanti delle Einsatzgruppen sono stati giudicati colpevoli di crimini contro l'umanità.[2]