Messa tridentina

Messa solenne nel rito tridentino nella Parrocchia romana della Santissima Trinità dei Pellegrini
Stampa (ca. 1800) raffigurante la comunione dei fedeli durante la messa, che prima del decreto Sacra tridentina del 1905 si faceva raramente.[1][2][3]
L'Eucaristia, da una serie sui Sette Sacramenti (1779), di Pietro Antonio Novelli (1729–1804)

Nella liturgia cattolica, la Messa Tridentina o Vetus Ordo è quella forma della celebrazione eucaristica del rito romano che segue il Messale Romano promulgato da papa Pio V nel 1570 a richiesta del Concilio di Trento, che trasmette la liturgia in uso a Roma, il cui nucleo risale al III-IV secolo. Fu mantenuta, con modifiche minori, nelle edizioni successive del Messale Romano fino a quella promulgata da papa Giovanni XXIII nel 1962, precedente alla revisione ordinata dal Concilio Vaticano II. Per secoli[4] fu la forma della liturgia eucaristica della maggior parte della Chiesa latina fino alla pubblicazione dell'edizione del Messale promulgata da papa Paolo VI nel 1969 a seguito del Concilio Vaticano II.[5]

Considerata forma extraordinaria del rito romano dal motu proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI del 2007, l'usus antiquior del rito romano ha avuto una nuova diffusione fino al 2021, quando il motu proprio Traditionis custodes di papa Francesco ha reso l'uso del Messale del 1962 soggetto alla supervisione del vescovo diocesano e ha sancito che il Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II è «l'unica espressione della lex orandi del Rito romano».

La Santa Sede permette ad alcuni istituti di adoperare l'edizione del 1962 del Messale Romano, e il vescovo diocesano può permettere il suo uso nella propria diocesi. Così generalmente per "messa tridentina" si intende la specifica forma di questo Messale Romano. Per intendere più generalmente il rito romano prima della sua riforma è frequente l'espressione usus antiquior e in italiano "rito romano antico".

  1. ^ (FR) Bernard Botte, O.S.B., Le mouvement liturgique: Témoignage et souvenirs, Desclée, 1973, pp. 10–11
  2. ^ (EN) Rita Ferrone, Liturgy: Sacrosanctum Concilium, Paulist Press, 2007, p. 3
  3. ^ Claude Barthe, Storia del Messale Tridentino, 2ª edizione, Solfanelli, 2021, p. 145 ISBN 978-88-3305-057-7
  4. ^ "... dopo il Concilio di Trento, anche san Pio V abrogò tutti i riti che non potessero vantare una comprovata antichità, stabilendo per tutta la Chiesa latina un unico Missale Romanum. Per quattro secoli questo Missale Romanum promulgato da san Pio V è stato così la principale espressione della lex orandi del Rito Romano, svolgendo una funzione di unificazione nella Chiesa" (Lettera del Santo Padre Francesco ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il motu proprio "Traditionis custodes" sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970).
  5. ^ Tutte le edizioni del Messale dal 1570 al 1962, pur introducendo alcune modifiche, contenevano il testo della bolla Quo primum tempore con la quale Pio V promulgò la prima edizione e recavano come titolo Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, mentre le edizioni successive al 1969 hanno per titolo Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum.

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