Michele Lofrano

Michele Lofrano (Italia, ... – Napoli, 1785) è stato un artigiano italiano, gioielliere[1], nobile[2] e politico napoletano di origine italo-ebraica[3]. Era riconosciuto come il più rinomato gioielliere della vecchia capitale[4] di Napoli nelle corti di Carlo III di Spagna e Ferdinando I delle Due Sicilie.

  1. ^ (ES) Nicolas Spinosa, El Arte de la corte de Nápoles en el siglo XVIII, su google.com.br/libri, Madrid, Museo Arqueológico Nacional, 1990-03-07, pp. 143,285, ISBN 978-84-7483-611-0. URL consultato il 16 giugno 2023.
    «Gioacchino Imparato, rival del mayor joyero napolitano del XVIII, Michele Lofrano. [...] Michele Lofrano, joyero de la Casa Real durante casi cuarenta ãnos, prestó su trabajo para el terminado de las tabaqueras en porcelana como para los ex votos ofrecidos al Tesoro de San Gennaro»
  2. ^ Carlo III Napoli (regno), Carlo per la grazia di Dio re delle Due Sicilie, di Gerusalemme &c. infante delle Spagne, duca di Parma, Piacenza, ..., su google.com.br/libri, Napoli, 1749. URL consultato il 16 giugno 2023.
    «Per Fratelli poi di questa Congregazione definiamo per ora i frequenti, cioè: [...] -- D. Michele Lofrano»
  3. ^ Viviana Bonazzoli, Gli Ebrei del regno di Napoli all'epoca della loro espulsione II Parte: Il Periodo Spagnolo (1501-1541)., su jstor.org, Itália, Archvio Storico Italiano, 1981, pp. 187. URL consultato il 16 giugno 2023.
    «Se dunque con l'emigrazione dal regno di un non trascurabile numero di ebrei, con la scomparsa di non poche giudecche, con l'impoverimento generale di coloro che erano rimasti, le sollevazioni del 1494-1495 e i disordini sociali e politici degli anni seguenti segnarono, a livello fattuale, una marcata cesura nel corso della complessiva vicenda dell'ebraismo meridionale.»
  4. ^ (FR) Yves Bottineau, L'art de cour dans L'Espagne des lumières: 1746-1808, su google.com.br/libri, França, De Boccard, 1986, pp. 158, ISBN 978-2-7018-0032-5. URL consultato il 16 giugno 2023.
    «Michele Lofrano, le joaillier le plus réputé de leur ancienne capitale, continua de recevoir des commandes du couple royal.»

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