Navi da guerra ellenistiche

Nike di Samotracia in piedi sulla prua di una nave da guerra a remi, molto probabilmente una trihemiolia.

Dal IV secolo a.C. in poi, apparvero nel Mar Mediterraneo nuovi tipi di navi da guerra a remi, che andarono a sostituire le trireme e trasformarono profondamente la guerra navale. Le navi divennero sempre più grandi e pesanti, comprese alcune delle più grandi navi di legno fino ad allora costruite. Questi sviluppi avvennero nell'ellenistico Vicino Oriente, ma anche in larga misura condivisi dalle potenze navali del Mediterraneo occidentale, in particolare Cartagine e la Repubblica romana. Mentre i ricchi regni dei Diadochi, in Oriente, costruivano enormi navi da guerra ("polireme"), Cartagine e Roma, nell'intenso antagonismo navale durante le guerre puniche, facevano affidamento principalmente su navi di medie dimensioni. Allo stesso tempo, le potenze navali più piccole impiegavano una serie di imbarcazioni piccole e veloci, che erano usate anche dagli onnipresenti pirati. Dopo l'istituzione della completa egemonia romana nel Mediterraneo, a seguito della Battaglia di Azio, il nascente Impero romano non dovette affrontare grosse minacce navali. Nel I secolo dell'era volgare, le navi da guerra più grandi furono mantenute solo come ammiraglie e gradualmente soppiantate dalla leggere liburne fino a quando, dalla Tarda antichità, la conoscenza della loro costruzione andò persa.


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