Ndvungunye

Ndvungunye
Re dello Swaziland
Stemma
Stemma
In carica1780 –
1815
Incoronazione1780
PredecessoreNgwane III
SuccessoreSobhuza I
Nascita1760[1]
Morte1815
Luogo di sepolturaEmakhosini[2]
Casa realeDlamini
PadreNgwane III
MadreLomvula Mndzebele
ConiugiLojiba Simelane
Somnjalose Simelane
Figlivedi sezione

Ndvungunye, conosciuto anche come Zikodze (Zwane) o Mavuso II (17601815), è stato re dello Swaziland dal 1745 al 1780, dopo essere succeduto a suo padre, re Ngwane III, in seguito a una brevissima reggenza della Ndlovukati LaYaka Ndwandwe.[3][4] Si sa molto poco della qualità della leadership sotto il suo regno. Ndvungunye costruì la sua residenza o Sigodlo vicino a Mhlosheni ai piedi delle colline eMhlosheni a Shiselweni, nel sud-est dello Swaziland moderno vicino a Zombodze, dove suo padre Ngwane si era stabilito durante il suo regno. Durante il suo regno, lo Swaziland subì un periodo di espansione e consolidamento limitati che è oscurato da quello di suo figlio, re Sobhuza I. Gli insediamenti a Shiselweni stabiliti sotto il suo regno che egli pose sotto la tutela del suo capo Sukumbili Mbokane non avrebbero tuttavia fornito una solida base per il futuro stato Swazi come indicato dagli attacchi dopo la sua morte a Sobhuza da parte dei capi Ndwandwe. Ndvungunye morì nwl 1815 dopo essere stato colpito da un fulmine. Ndvungunye era sposato con Lojiba Simelane e Somnjalose Simelane. Fu con quest'ultima che ebbe suo figlio Sobhuza I.[5] Lojiba tuttavia divenne la nuova regina poiché era una sorella maggiore di Somnjalose, mentre Sobhuza I divenne re nel 1815 dopo la reggenza della regina Lomvula Mndzebele.

  1. ^ Eswatini, su worldstatesmen.org.
  2. ^ Times of Swaziland, su times.co.sz.
  3. ^ Hugh Gillis, The Kingdom of Swaziland: Studies in Political History, Greenwood Publishing Group, 1999, ISBN 0313306702.
  4. ^ Philip Bonner, Kings, Commoners and Concessionaires, Great Britain, Cambridge University Press, 1982, pp. 9–27, ISBN 0521242703.
  5. ^ Ndumiso Dlamini, The children of King Somhlolo, su times.co.sz, Times of Swaziland. URL consultato il 6 dicembre 2013.

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