Nebulosa Aquila Regione H II | |
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La Nebulosa Aquila. Credit: Margaro. | |
Scoperta | |
Scopritore | Philippe Loys de Chéseaux (ammasso); Charles Messier (nebulosa) |
Data | 1750 |
Dati osservativi (epoca [[J2000.0]]) | |
Costellazione | Serpente |
Ascensione retta | 18h 18m 48s[1] |
Declinazione | −13° 49′ :[1] |
Distanza | 5700 a.l. (1747,628 pc) |
Magnitudine apparente (V) | 6,0[1] |
Dimensione apparente (V) | 7.0 minuti d'arco |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Regione H II |
Classe | II 3 m n (ammasso) |
Dimensioni | (nebulosa) 70x55 anni luce (ammasso) 15 a.l. |
Magnitudine assoluta (V) | -8.21 |
Età stimata | 2-3 milioni di anni (ammasso)[2] |
Altre designazioni | |
M16 NGC 6611 (ammasso aperto) IC 4703, Sh-2 49, Gum 83, RCW 165 (nebulosa)[1] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di regioni H II |
La Nebulosa Aquila (nota anche come M 16 o NGC 6611) è una grande regione H II visibile nella costellazione della Coda del Serpente; è formata da un giovane ammasso aperto di stelle associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato, catalogata come IC 4703.[1]
La sua distanza è sempre stata relativamente incerta, ma si tende ad accettare un valore di circa 7000 anni luce dalla Terra, ponendola così nella zona media del Braccio del Sagittario; contiene alcune formazioni estremamente conosciute, come i Pilastri della Creazione, le lunghe colonne di gas oscuro originate dall'azione del vento stellare delle componenti dell'ammasso centrale[4] e che sono responsabili anche del nome proprio della nebulosa stessa, a causa della loro forma. In esse sono presenti alcuni oggetti stellari giovani, che testimoniano che i processi di formazione stellare sono tuttora in atto,[5] anche se non è chiaro se questi siano favoriti od osteggiati dall'azione del vento stellare delle stelle vicine, né è chiaro se il vento effettivamente influisca in qualche maniera su questi fenomeni.[4] L'ammasso è composto da un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti; la loro età tipica è di appena 2-3 milioni di anni,[2] cioè meno di un millesimo dell'età del nostro Sole; la stella più brillante dell'ammasso è di magnitudine 8,24,[6] ben visibile anche con un binocolo.
La nebulosa è nota fin dal Settecento ed è uno degli oggetti più noti fra quelli del Catalogo di Messier; si rivela con facilità nelle fotografie ed è dunque un buon soggetto per gli appassionati dell'astrofotografia amatoriale.[7]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore forming
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore NGC6611
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore NuOr