Numero di gara (motociclismo)

La Suzuki RG 500 campione del mondo 1977 di Barry Sheene: il pilota britannico fu il primo a rinunciare a portare in gara il numero 1 di campione in carica, mantenendo il suo numero 7.

Il numero di gara contraddistingue ogni concorrente in una gara di motociclismo per consentirne una rapida identificazione da parte dei commissari di gara e del pubblico.

Nelle competizioni motociclistiche, i numeri vengono generalmente assegnati ai piloti sulla base della classifica finale dell'anno precedente, ma possono anche essere scelti dai piloti stessi a seconda delle loro preferenze. Il numero assegnato (o scelto) all'inizio del campionato viene mantenuto tale per tutta la stagione.

L'unico numero che non può mai essere scelto è il numero 1 che viene riservato al vincitore del campionato precedente. Se questi preferisce gareggiare con un numero differente, la tabella numero 1 non può comunque essere assegnata a nessun altro concorrente.

Il primo pilota del motomondiale a rinunciare al numero 1 di campione del mondo preferendo gareggiare con il suo numero identificativo, il "7", fu Barry Sheene.[1] In seguito ciò fu replicato, tra gli altri, da Valentino Rossi che ha sempre corso con il "46", il numero di gara di suo padre Graziano; da Antonio Cairoli, che ha preferito farsi identificare con il "222", scelto perché era il numero inciso sul telaio della sua prima moto;[1] e da Stefan Everts e Marc Márquez i quali, nonostante i titoli mondiali vinti, hanno sempre preferito utilizzare il "72" il primo e il "93" il secondo, rispettivamente i loro anni di nascita.

  1. ^ a b Marco Berti Quattrini, I cinque numeri di gara indimenticabili, su moto.it, CRM S.r.l.

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