Offensiva del Baltico

Offensiva del Baltico
parte del fronte orientale
della seconda guerra mondiale
Carri T-34 del 3º Corpo carri della Guardia (5ª Armata corazzata della Guardia) in movimento nei Paesi Baltici
Data14 settembre - 24 novembre 1944
LuogoPaesi Baltici e parte della Prussia orientale
Esitovittoria sovietica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
700.000 soldati con oltre 1.000 mezzi corazzati[1]; 300-400 aerei[2]1.546.000 soldati[3], 3.081 mezzi corazzati e 2.643 aerei[1]
Perdite
dati su morti e feriti non disponibili; 26 divisioni isolate nella sacca della Curlandia[4]61.000 morti e 218.000 feriti, 522 mezzi corazzati, 779 aerei[3]
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Offensiva del Baltico (anche detta offensiva strategica del Baltico) è un grande attacco sovietico sferrato sul fronte orientale della seconda guerra mondiale, tra il 14 settembre ed il 24 novembre 1944. L'offensiva vide quattro fronti sovietici (il Fronte di Leningrado del maresciallo Leonid Govorov, il 1º Fronte Baltico del generale Ovanes Bagramjan, il 2º Fronte Baltico del generale Andrej Erëmenko ed il 3º Fronte Baltico del generale Ivan Maslennikov) assalire le posizioni tenute dal Gruppo d'armate Nord tedesco (guidato dal generale Ferdinand Schörner) nei Paesi Baltici, lungo una linea che andava da Narva fino ai confini della Prussia orientale.

L'offensiva, caratterizzata da scontri accaniti e sanguinosi e da alcune difficili manovre delle forze corazzate sovietiche, si concluse con una piena vittoria dell'Armata Rossa, che rioccupò l'Estonia, la Lituania occidentale e gran parte della Lettonia e riuscì, dopo un iniziale fallimento, ad isolare i resti del Gruppo d'armate Nord tedesco nella cosiddetta "sacca di Curlandia"; le truppe sovietiche riuscirono inoltre a superare il vecchio confine con la Germania, ponendo l'assedio al porto baltico di Memel.

  1. ^ a b Erickson 2002,  p. 327.
  2. ^ URSS 1978, vol. IV, p. 1570.
  3. ^ a b Glantz 2010,  p. 437.
  4. ^ Bauer 1971, vol. VII, p. 4.

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