Olocausto in Albania

L'Olocausto in Albania rappresenta una serie di crimini commessi contro gli ebrei in Albania durante l'occupazione prima italiana e poi tedesca negli anni della seconda guerra mondiale. Durante la guerra, quasi 2.000 ebrei cercarono rifugio in Albania, la maggior parte di questi profughi fu accettata dalla popolazione locale. Per i 500 ebrei del Kosovo, l'esperienza fu completamente diversa e di questi circa il 40% non sopravvisse alla guerra.

Una mappa dell'Albania durante la seconda guerra mondiale, con i territori annessi all'Albania, mostrati in giallo chiaro.

Con la resa dell'Italia nel settembre 1943, la Germania occupò l'Albania. Nel 1944 fu costituita una divisione Waffen-SS albanese, la 21. Waffen-Gebirgs-Division der SS "Skanderbeg", che arrestò e consegnò ai tedeschi 281 ebrei del Kosovo i quali furono successivamente deportati nel campo di concentramento di Bergen-Belsen dove molti furono uccisi. Alla fine del 1944, i tedeschi furono cacciati dall'Albania e il paese divenne uno stato comunista sotto la guida di Enver Hoxha. Nello stesso periodo, le forze dell'Asse nelle regioni del Kosovo e della Macedonia occidentale furono sconfitte dai partigiani jugoslavi che successivamente reincorporarono queste regioni nella neonata Jugoslavia.

Circa 600 ebrei furono uccisi nell'Albania occupata dall'Asse durante l'Olocausto, al termine del periodo bellico la popolazione ebrea fu undici volte maggiore rispetto all'inizio contando circa 1.800 persone. La maggior parte di questi successivamente emigrò in Israele, solo alcune centinaia rimasero in Albania fino alla caduta del comunismo all'inizio degli anni '90.

Non c'è un consenso accademico sul motivo per cui i tassi di sopravvivenza degli ebrei in Albania differissero così drasticamente da quelli in Kosovo. Alcuni studiosi hanno sostenuto che un elemento di rilievo fosse il tradizionale codice d'onore della cultura albanese, mentre altri hanno suggerito che la causa fosse la relativa clemenza delle autorità occupanti italiane negli anni 1941-1943 e l'incapacità della Germania di scovare gli ebrei in Albania nel 1943-1944 così accuratamente come avevano fatto in altri paesi, e anche la sfiducia degli albanesi del Kosovo verso gli stranieri. Nel 2018, 75 cittadini albanesi furono riconosciuti da Yad Vashem come Giusti tra le nazioni.


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