Operazione Faustschlag parte del fronte orientale della prima guerra mondiale | |
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Truppe tedesche a Kiev nel marzo del 1918 | |
Data | 18 febbraio - 3 marzo 1918 |
Luogo | Russia occidentale, Ucraina, Bielorussia, Paesi baltici |
Esito | vittoria austro-tedesca |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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L'operazione Faustschlag ("pugno" in lingua tedesca), anche detta guerra degli undici giorni[1] era il nome in codice di un'offensiva lanciata dalle forze di Germania e Austria Ungheria sul fronte orientale della prima guerra mondiale, tra il 18 febbraio e il 3 marzo 1918; fu l'ultima azione offensiva intrapresa dagli Imperi centrali sul teatro orientale della Grande Guerra.
L'attacco fu deciso a causa dello stallo nei negoziati di pace tra gli Imperi centrali e il nuovo governo bolscevico insediatosi in Russia dopo gli eventi della rivoluzione d'ottobre: vista la tattica dilatoria adottata dai negoziatori russi, le forze austro-tedesche lanciarono un'offensiva lungo tutto il fronte, guadagnando rapidamente il controllo di ampie porzioni della Russia occidentale, dell'Ucraina, della Bielorussia e dei Paesi baltici, anche grazie al profondo stato di disorganizzazione e impreparazione in cui versavano le forze armate russe, scosse dai prodromi della seguente guerra civile russa. L'operazione forzò i negoziatori russi a ritornare al tavolo delle trattative, portando infine alla firma il 3 marzo 1918 del trattato di Brest-Litovsk.