Orazio Lerario

Album di Orazio Lerario, contenente i disegni e i progetti dell'architetto, donato dal figlio Virgilio Lerario e conservato presso l'Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura[1]

Orazio Lerario (Putignano, 5 agosto 1777[2]Altamura, 20 febbraio 1856[2][3]) è stato un architetto e ingegnere italiano.

È noto per i suoi numerosi progetti sul territorio pugliese, tra i quali il Cimitero ottocentesco di Altamura. Le sue opere si ispirano al cosiddetto palladianesimo, ossia lo stile architettonico teorizzato da Andrea Palladio nei suoi Quattro libri dell'Architettura (1570).[2]

L'opera di Orazio Lerario è nota soprattutto grazie alla donazione, da parte del figlio Virgilio Lerario, alla Biblioteca comunale di Altamura dei documenti, delle lettere e dei 123 progetti del padre Orazio, quasi tutti inediti.[4]

L'opera di Orazio Lerario è stata studiata recentemente da Giuseppe Pupillo, Maria Santoro e Luca Trevisan.[1][5] In precedenza se n'era occupato anche Michele Marvulli.[6]

Nel suo lavoro, Luca Trevisan mostra i segni dell'influenza diretta e indiretta dei disegni contenuti nelle opere di Palladio sui progetti di Orazio Lerario. Inoltre, il figlio Virgilio Lerario cita espressamente Andrea Palladio tra i maestri che hanno influenzato il padre.[7]

L'influenza è anche stata messa in correlazione con il possesso da parte dell'Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura, di una copia dei Quattro libri, facente parte dell'edizione originale stampata nel 1570, e che Luca Trevisan ipotizza possa essere stata presente anche ai tempi di Lerario ed essere stata letta da quest'ultimo. Altri progetti di Lerario sono stati messi in correlazione con il libro di Ottavio Bertotti Scamozzi (1719-1790) Le fabbriche e i disegni di Andrea Palladio (1776), che conteneva progetti di Andrea Palladio successivi alla scrittura dell'opera I quattro libri e quindi non contenuti. A tal riguardo, Trevisan fa notare che degno di nota è il fatto che una copia dell'edizione del 1796 del libro di Bertotti Scamozzi è conservata presso la Biblioteca nazionale di Bari.[8] Inoltre Lerario avrebbe preso spunto anche dai progetti di Sebastiano Serlio (1475-1554), al quale Andrea Palladio stesso si ispirò per alcuni suoi progetti non contenuti nell'opera I quattro libri (1570).[9]

Il figlio, tenente colonnello Virgilio Lerario
  1. ^ a b pupillo-cimott-2017.
  2. ^ a b c pupillo-cimott-2017, pag. 21.
  3. ^ Nell'atto ufficiale di morte è riportata la data 23 febbraio 1856, mentre la nota biografica del figlio Virgilio Lerario (conservata insieme ai disegni presso l'Archivio Biblioteca Museo Civico) riporta la data 20 febbraio 1856. La differenza è da attribuirsi un errore dell'ufficiale d'anagrafe: pupillo-cimott-2017, pag. 21, nota 6
  4. ^ palladianesimo-puglia, pag. 113.
  5. ^ palladianesimo-puglia.
  6. ^ marvulli-1990, pagg. 80-82.
  7. ^ palladianesimo-puglia, pag. 113, "l'unico non a caso a essere esplicitato da Virgilio"
  8. ^ palladianesimo-puglia, pagg. 118-119.
  9. ^ palladianesimo-puglia, pag. 122.

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