Otto Warmbier

Otto Warmbier (Cincinnati, 12 dicembre 1994Cincinnati, 19 giugno 2017) è stato un cittadino statunitense imprigionato in Corea del Nord dal gennaio 2016 al giugno 2017 dopo la condanna per "atti ostili" contro lo stato nordcoreano.

Alla fine di dicembre 2015, Warmbier si trovava a Hong Kong per un programma di studio all'estero, quando decise di visitare la Corea del Nord in un tour guidato. Il 2 gennaio 2016, Warmbier fu arrestato all'Aeroporto internazionale di Pyongyang mentre era in attesa della partenza per lasciare il Paese. Accusato di aver tentato di rubare un manifesto di propaganda dall'Albergo Internazionale Yanggakdo, è stato condannato a 15 anni di prigione con lavori forzati.

Poco dopo la sua condanna nel marzo 2016 Warmbier ha subito un grave trauma neurologico per cause mai acclarate ed è caduto in coma per più di un anno.[1] Le autorità nordcoreane non rivelarono le sue condizioni cliniche fino al giugno del 2017, annunciando che le cause del coma fossero da attribuire al botulismo ed all'assunzione di sonnifero. Fu liberato più tardi quello stesso mese, ancora in stato comatoso dopo 17 mesi di prigionia. Rimpatriato negli Stati Uniti d'America, giunse a Cincinnati il 13 giugno 2017 e trasferito al centro medico dell'Università di Cincinnati per una valutazione immediata, durante la quale i medici non trovarono segni di botulismo.

Warmbier non ha mai ripreso conoscenza ed è morto il 19 giugno 2017, sei giorni dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, quando i genitori hanno firmato l'assenso per far rimuovere il tubo di alimentazione che lo manteneva artificialmente in vita.[2] Un rapporto del coroner ha dichiarato che è morto a causa di una ferita sconosciuta che ha comportato la mancanza di ossigeno al cervello.[3] Le scansioni interne non invasive non hanno trovato segni di fratture al cranio.[2]

Nel 2018, una corte federale degli Stati Uniti ha ritenuto il governo nordcoreano responsabile per la tortura e la morte di Warmbier, in un giudizio a favore dei genitori di Warmbier dopo che la Corea del Nord non ha contestato il caso.[4][5] Nel 2019, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha causato polemiche per aver affermato di credere nella parola del capo nordcoreano Kim Jong-un che dichiarava di non essere responsabile della morte di Warmbier. In risposta, i genitori di Warmbier hanno criticato Trump per aver inventato scuse per Kim e "il suo regime malvagio".[6][7]

  1. ^ Matthew Pennington, Parents sue North Korea over death of detainee Otto Warmbier, in AP News, 26 aprile 2018. URL consultato il 2 marzo 2019 (archiviato il 2 marzo 2019).
    «He was denied communication with his family by any means until in early June 2017 they were informed he was in a coma and had been in that condition for one year.»
  2. ^ a b Doug Bock Clark, The Untold Story of Otto Warmbier, American Hostage, in GQ, 23 luglio 2018. URL consultato il 25 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2018).
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore McCurry
  4. ^ (EN) Sarah Harvard, North Korea ordered to pay $500m to Otto Warmbier’s family over death of US student, in The Independent, 24 dicembre 2018. URL consultato il 9 febbraio 2019 (archiviato il 10 febbraio 2019).
  5. ^ Eric Tucker, US judge orders North Korea to pay for torture, death of student, in The Sydney Morning Herald, 24 dicembre 2018. URL consultato il 2 marzo 2019 (archiviato il 2 marzo 2019).
    «His once straight teeth were misaligned, and he had an unexplained scarred wound on his foot. An expert said in court papers that the injuries suggested he had been tortured with electrocution.»
  6. ^ Julie Bosman, Trump Faces Fury After Saying He Believes North Korean Leader on Student’s Death, in New York Times, 1º marzo 2019. URL consultato il 13 marzo 2019 (archiviato il 13 marzo 2019).
  7. ^ (EN) Trump says he takes Kim Jong Un at his word that the North Korean leader was not personally responsible for Otto Warmbier., in Fox News, 28 febbraio 2019. URL consultato il 28 febbraio 2019 (archiviato il 28 febbraio 2019).

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