Paesi nordici

Paesi nordici
StatiBandiera della Danimarca Danimarca
Bandiera della Finlandia Finlandia
Bandiera dell'Islanda Islanda
Bandiera della Norvegia Norvegia
Bandiera della Svezia Svezia
e loro dipendenze
Superficie3 493 000 km²
Abitanti27 562 156 (2021)
Linguedanese, faroese, finlandese, groenlandese, islandese, norvegese, sami, svedese
Fusi orariUTC da -3 a +2

I Paesi nordici (noti anche con il termine Norden, lett. "Nord") [1] sono una regione geografica e culturale dell'Europa settentrionale e dell'Atlantico settentrionale. Comprende gli stati sovrani di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia[N 1] e Svezia; sono inoltre considerati nel novero i territori autonomi delle Isole Faroe e della Groenlandia, e la regione autonoma delle isole Åland.[3]

I paesi nordici hanno molto in comune nello stile di vita, nella storia, nella religione e nella struttura sociale. Hanno una lunga storia di unioni politiche e altre strette relazioni, ma oggi non formano un’entità singola, sebbene il movimento scandinavista avesse tentato di unificare Danimarca, Norvegia e Svezia in un unico paese nel XIX secolo. Con lo scioglimento dell'unione tra Norvegia e Svezia (indipendenza norvegese), l'indipendenza della Finlandia all'inizio del XX secolo e il referendum costituzionale islandese del 1944, questo movimento si espanse nella moderna cooperazione nordica organizzata. Dal 1962, questa cooperazione si basa sul trattato di Helsinki che stabilisce il quadro per il Consiglio nordico e il Consiglio nordico dei ministri.

I paesi nordici si collocano ai primi posti in numerosi parametri nazionali, tra cui istruzione, competitività economica, libertà civili, qualità della vita e sviluppo umano.[4] Ogni paese ha il proprio modello economico e sociale, talvolta con grandi differenze rispetto ai suoi vicini. Tuttavia, condividono a vari livelli aspetti del modello nordico di economia e struttura sociale.[5] Ciò include un'economia di mercato mista combinata con sindacati forti e uno stato sociale universalista finanziato da tasse elevate, che incentiva l’autonomia individuale e promuove la mobilità sociale. C’è un alto grado di ridistribuzione del reddito, un impegno a favore della proprietà privata e pochi disordini sociali.[6][7]

I popoli germanici settentrionali, che comprendono oltre i tre quarti della popolazione della regione, sono il gruppo etnico più numeroso, seguiti dai popoli baltico-finnici, che costituiscono la maggioranza in Finlandia; altri gruppi etnici sono gli Inuit groenlandesi, i Sami e i recenti immigrati e i loro discendenti. Storicamente, la religione principale nella regione era il paganesimo norreno. Questo lasciò il posto al cattolicesimo romano con la cristianizzazione della Scandinavia che a sua volta, in seguito alla Riforma protestante, fu in larga parte soppiantato dal cristianesimo luterano, religione di stato di diversi paesi nordici.[8][9]

Sebbene l'area sia linguisticamente eterogenea, con tre gruppi linguistici non correlati, il patrimonio linguistico comune è un fattore che costituisce l'identità nordica. La maggior parte delle lingue nordiche appartengono alle lingue germaniche settentrionali, alle lingue ugrofinniche e alle lingue eschimo-aleutine. Danese, norvegese e svedese sono considerati mutuamente intellegibili e sono le lingue di lavoro dei due organi politici della regione. Lo svedese è una materia obbligatoria nelle scuole finlandesi e il danese nelle scuole faroesi e groenlandesi. Il danese viene insegnato anche nelle scuole islandesi.

L'area complessiva dei paesi nordici è di 3 425 804 chilometri quadri (1 322 710 mi²) di cui circa metà è costituita da calotte polari e ghiacciai inabitabili, principalmente situati in Groenlandia. Nel settembre 2021 la regione contava più di 27 milioni di persone. Nell'uso colloquiale i paesi nordici sono sinonimi del termine Scandinavia, per quanto quest'ultimo si riferisca più propriamente alle tre monarchie di Danimarca, Norvegia e Svezia. Geologicamente, la penisola scandinava comprende la terraferma della Norvegia e della Svezia e la parte più settentrionale della Finlandia.[10][11][12][13]

  1. ^ The next supermodel, in The Economist, 2 febbraio 2013, ISSN 0013-0613 (WC · ACNP).
  2. ^ Facts about Norway, su norden.org, 5 gennaio 2022. URL consultato il 18 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2022).
  3. ^ Facts about Nordic Countries, su Nordic Co-operation. URL consultato il 22 marzo 2022.
  4. ^ Nordic Statistical Yearbook 2013, 2013, p. 8, DOI:10.6027/Nord2013-001, ISBN 978-92-893-2350-5.
  5. ^ Lane Kenworthy, Social Democratic America, p. 138, ISBN 9780199322527.
  6. ^ Social democracy and welfare capitalism: a century of income security politics, pp. 130, ISBN 978-0801485565.
    «By the late 1950s, labor had been incorporated alongside Swedish business in fully elaborated corporatist institutions of collective bargaining and policy making, public as well as private, supply-side (as for labour training) as well as demand side (e.g., Keynesian). During the 1950s and 1960s, similar neocorpratist institutions developed in Denmark and Norway, in Austria and the Netherlands, and somewhat later, in Belgium and Finland.»
  7. ^ Martin Sandbu, What the Nordic mixed economy can teach today’s new left, in Financial Times, 28 agosto 2018.
  8. ^ Protestantism in the Scandinavian countries, su museeprotestant.org. URL consultato il 27 settembre 2023.
  9. ^ Markkola, Pirjo (2015).
  10. ^ "Scandinavia", su merriam-webster.com. URL consultato il 30 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2008).
  11. ^ Scandinavia, su bartleby.com. URL consultato il 30 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2008).
  12. ^ Scandinavia, su britannica.com, 2007. URL consultato il 30 settembre 2023 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2007).
  13. ^ Scandinavia, su encarta.msn.com, 2006. URL consultato il 30 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2009).


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