Palladis Tamia

Palladis Tamia
Titolo originalePalladis Tamia, Wits Treasury
Frontespizio dell'opera
AutoreFrancis Meres
1ª ed. originale1598
Generesaggio
Lingua originaleinglese

Palladis Tamia, sottotitolato Wits Treasury, è un libro scritto nel 1598 da Francis Meres ricordato per contenere la prima descrizione critica delle poesie e delle prime opere teatrali di William Shakespeare. L'opera è stata iscritta nello Stationers' Register il 7 settembre 1598.[1]

Il Palladis Tamia contiene riflessioni critiche e morali riprese da diverse fonti e include inoltre sezioni relative alla letteratura, alla filosofia, alla musica e alla pittura. La parte intitolata Comparative Discourse of our English poets with the Greeke, Latin, and Italian poets tratta dei poeti inglesi da Geoffrey Chaucer sino a quelli contemporanei a Mares, e li confronta ciascuno con gli autori classici del passato. Su questa parte del libro ha influito parzialmente il trattato The Arte of English Poesie (1598) di George Puttenham anche se Meres amplia il numero di poeti analizzati concentrandosi anche sui poeti contemporanei all'epoca dello scrittore.

Il libro venne riedito nel 1634 come libro scolastico e venne parzialmente inserito all'interno degli Ancient Critical Essays (1811) di Joseph Haslewood, degli English Garner (1877-1890) di Edward Arber e degli Elizabethan Critical Essays (1904) di George Gregory Smith. L'opera era inoltre la seconda di quattro brevi volumi raccolti sotto l'unico titolo di Wits Commonwealth; il primo di questi era intitolato Politeuphuia: Wits Commonwealth (1597), attribuito a John Bodenham o a Nicholas Ling, quest'ultimo già editore del volume stesso. Il terzo volume era Wits Theater of the Little World (1599), dedicato a Bodenham e variamente accreditato a quest'ultimo, a Robert Allott o a Nicholas Ling. Il quarto e ultimo volume era intitolato Palladis Palatium: wisedoms pallace. Or The fourth part of Wits commonwealth (1604), pubblicato in forma anonima ma attribuito a William Wrednott nel Stationers' Register.

  1. ^ Jowett et al., p. 90.

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