Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Turchia)

Partito della Giustizia e dello Sviluppo
(TR) Adalet ve Kalkınma Partisi
LeaderRecep Tayyip Erdoğan
SegretarioFatih Şahin
VicepresidenteEfkan Ala
Mustafa Elitaş
PortavoceÖmer Çelik
StatoBandiera della Turchia Turchia
SedeNo. 202 Balgat, Ankara
AbbreviazioneAK Parti
Fondazione14 agosto 2001
IdeologiaConservatorismo sociale[1][2][3]
Conservatorismo nazionale[4]
Illiberalismo[5]
Nazionalismo religioso[6][7]
Euroscetticismo[8]
Populismo di destra[9]
Conservatorismo[10]
Neo-ottomanesimo[11][12]
In passato:
Liberalismo economico[3]
Democrazia islamica[13]
CollocazioneDestra[14]/Estrema destra[15][16]
Seggi Grande Assemblea Nazionale Turca
268 / 600
Seggi Municipalità
1 452 / 2 919
Organizzazione giovanileAK Gençlik
Iscritti11 241 230 (26 marzo 2023)
Coloriarancio, blu
Sito webwww.akparti.org.tr/en, www.akparti.org.tr/ e www.akparti.org.tr/ar

Il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (in turco Adalet ve Kalkınma Partisi - AKP) è un partito politico conservatore turco. L'AKP si è sviluppato nel solco della tradizione dell'Islam politico e della "democrazia conservatrice".[17][18] L'AKP è il principale partito del paese, con 316 membri nel Parlamento turco, la cui maggioranza controlla fin dal 2002. Il suo ex presidente, Binali Yıldırım, è il leader del gruppo parlamentare, mentre il fondatore e leader, Recep Tayyip Erdoğan, è Presidente della Turchia.

Fondato nel 2001 da membri di vari partiti islamisti conservatori, l'AKP ha vinto più seggi parlamentari di ogni altro partito nelle quattro tornate elettorali del 2002, 2007, 2011 e 2015, con il 34.3%, 46.6%, 49.8% e 49% dei voti, rispettivamente. Poco dopo la sua formazione, l'AKP si presentava come un partito filo-occidentale e filo-statunitense,[19] facendo campagna per una economia liberale di mercato e per l'adesione della Turchia all'Unione europea.[20]

Il partito è stato descritto come una "ampia coalizione di islamisti, riformisti islamici, conservatori, nazionalisti, centro-destra, e gruppi pro-business"[21]. L'AKP è stato a lungo sostenuto dal movimento Cemaat del chierico islamico esiliato Fethullah Gülen, la cui influenza sulla magistratura ha aiutato a indebolire l'opposizione e il potere degli apparati militari.[22] L'AKP è stato membro osservatore del Partito Popolare Europeo dal 2005 al novembre 2013, quando lo ha lasciato alla volta dell'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei, anch'essa abbandonata nel 2018.

  1. ^ Fatma Müge Göçek, The Transformation of Turkey: Redefining State and Society from the Ottoman Empire to the Modern Era, I.B. Tauris, 2011, p. 56.
  2. ^ Nathalie Tocci, Turkey and the European Union, in The Routledge Handbook of Modern Turkey, Routledge, 2012, p. 241.
  3. ^ a b Steven A. Cook, Recent History: The Rise of the Justice and Development Party, in U.S.-Turkey Relations: A New Partnership to, Council on Foreign Relations, 2012, p. 52.
  4. ^ Erdoğan's Triumph, in Financial Times, 24 luglio 2007. URL consultato il 10 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2021).
    «The AKP is now a national conservative party — albeit rebalancing power away from the westernised urban elite and towards Turkey's traditional heartland of Anatolia — as well as the Muslim equivalent of Europe's Christian Democrats.»
  5. ^ https://www.theguardian.com/us-news/2020/oct/26/republican-party-autocratic-hungary-turkey-study-trump
  6. ^ http://www.hudson.org/research/11601-the-naqshbandi-khalidi-order-and-political-islam-in-turkey
  7. ^ * Andrew Purvis, Turkey: God and Country, The Independent, 22 luglio 2007. URL consultato il 28 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2012).
  8. ^ Adesione della Turchia all'Unione europea
  9. ^ Cengiz Gunes, The Kurdish Question in Turkey, Routledge, 2013, p. 270.
    Nahide Konak, Waves of Social Movement Mobilizations in the Twenty-First Century: Challenges to the Neo-Liberal World Order and Democracy, Lexington Books, 2015, p. 64.
    Jeremy Jones, Negotiating Change: The New Politics of the Middle East, I.B. Tauris, 2007, p. 219.
  10. ^ https://www.thestar.com/news/world/middleeast/2019/04/01/erdogan-sees-win-in-local-poll-but-loses-turkish-capital.html
  11. ^ Osman Rifat Ibrahim, AKP and the great neo-Ottoman travesty, su aljazeera.com, Al Jazeera. URL consultato il 7 giugno 2015.
  12. ^ Düşünmek Taraf Olmaktır, su arsiv.taraf.com.tr, taraf.com.tr. URL consultato il 7 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  13. ^ Sultan Tepe, Turkey's AKP: A Model "Muslim-Democratic" Party?, JHU Press, 2005, p. 69-82.
  14. ^ * Gareth Jones, Turkey goes to polls amid violence and fears of Islamism, The Independent, 22 luglio 2007. URL consultato il 28 febbraio 2011.
  15. ^ https://www.theguardian.com/commentisfree/2015/oct/18/divided-turkey-future-threatened-isis
  16. ^ Erisen, Cengiz (2016). Political Psychology of Turkish Political Behavior. Routledge. p. 102.
  17. ^ Burhanettin Duran, The Justice and Development Party's 'new politics': Steering toward conservative democracy, a revised Islamic agenda or management of new crises, in Secular and Islamic politics in Turkey, 2008, pp. 80 ff.
  18. ^ Yalçın Akdoğan, The Meaning of Conservative Democratic Political Identity, in The Emergence of a New Turkey, 2006, pp. 49 ff.
  19. ^ Copia archiviata (PDF), su iuee.eu. URL consultato il 2 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2013).
  20. ^ New to Turkish politics? Here's a rough primer, in Turkish Daily News, 22 luglio 2007. URL consultato il 22 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2011).
  21. ^ Soner Çagaptay, Popularity contest – the implications of Turkey's local elections (PDF), su Jane's Islamic Affairs Analyst, 7 maggio 2014. URL consultato il 14 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  22. ^ What you should know about Turkey's AKP-Gulen conflict, su Al-Monitor. URL consultato il 7 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2015).

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