Paul Henri Thiry d'Holbach

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Paul Henri Thiry d'Holbach
Alexander Roslin: Il Barone d'Holbach, 1785.
Barone dell'Impero
In carica1753 –
1789
PredecessoreFranz Adam d'Holbach
SuccessoreFrançois-Pierre-Nicolas d'Holbach
Nome completoPaul Henri Thiry, barone d'Holbach
TrattamentoSua signoria
NascitaEdesheim, 8 dicembre 1723
MorteParigi, 21 febbraio 1789 (65 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di San Rocco a Parigi
DinastiaHolbach
PadreJohann Jakob Dietrich
MadreCatherine Jacobina Dietrich (nata Holbach)
ConiugiBasile-Geneviève d'Aine
Charlotte-Suzanne d'Aine
Figli
  • François-Pierre-Nicolas (dalla prima moglie)
  • Charles-Marius
  • Amélie-Suzanne
  • Louise-Pauline
ReligioneAteismo

Il barone Paul Henri Thiry d'Holbach, nome francesizzato di Paul Heinrich Dietrich, barone di (von) Holbach (Edesheim, 8 dicembre 1723Parigi, 21 febbraio 1789), è stato un filosofo, enciclopedista, traduttore e divulgatore scientifico tedesco naturalizzato francese. Fu autore, sotto lo pseudonimo di Jean-Baptiste Mirabaud (ripreso dal nome di Jean-Baptiste de Mirabaud), del Sistema della Natura e di altre opere filosofiche. A volte scrisse anonimo o utilizzò gli pseudonimi di Boulanger (da Nicolas-Antoine Boulanger) e di altri nomi, fra cui Fréret (da Nicolas Fréret); fu l'autore dell'opera Il buon senso che fu attribuita inizialmente dalla critica a Jean Meslier, in quanto d'Holbach ne riprendeva alcune argomentazioni. Solo lo scritto Tableau des Saints apparve con la sua vera firma di autore.[1] D'Holbach scrisse molte delle sue opere con la collaborazione di Jacques-André Naigeon e degli enciclopedisti Denis Diderot (probabile revisore delle opere del barone) e Louis de Jaucourt.

Materialista e ateo, d'Holbach fu collaboratore e finanziatore dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, è stato una figura di spicco dell'Illuminismo radicale europeo[2]. Massone,[3] fu membro della Loge des Neuf Sœurs del Grande Oriente di Francia a Parigi (la stessa a cui si affiliò Voltaire nell'ultimo mese della sua vita, frequentata anche da Benjamin Franklin).

Nelle sue opere filosofiche, in particolare nel Système de la Nature ("Sistema della Natura") e nel Bon sens ("Il buon senso"), che ne è un'elaborazione semplificata, d'Holbach sviluppa una metafisica materialistica e deterministica,[4] base teorica della sua costante e, a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, virulenta polemica non solo anticlericale ma soprattutto anticristiana[4] e antireligiosa.[4] Nelle sue ultime opere, La politique naturelle e il Système social, d'Holbach propone un'etica sociale che nel suo radicale immanentismo, ovvero escludendo ogni remunerazione ultraterrena, si fonda su basi prettamente utilitaristiche.[5]

D'Holbach nell'ambito dell'Illuminismo francese svolse un ruolo importante anche come divulgatore sia di opere di carattere scientifico, concernenti in particolare i suoi campi di specializzazione, la geologia e la chimica, provenienti dall'Inghilterra georgiana e da lui tradotte in francese,[4] sia di carattere anticlericale e antireligioso. Riunì intorno a sé, accogliendola sia nella sua dimora parigina in rue Royale Saint-Roch (oggi rue des Moulins), sia nella sua dimora di campagna al Grandval, un'ampia cerchia di intellettuali tra cui figuravano non solo i principali collaboratori dell'Encyclopédie e begli spiriti parigini, ma anche alcune tra le personalità più spiccate della cultura europea settecentesca, tra cui gli illuministi David Hume, Condorcet, il citato Diderot e per un periodo anche Rousseau e Cesare Beccaria.[6]

  1. ^ Chiara Pietroni, D'Holbach: il buon senso dell'ateismo (PDF) (tesi di laurea premio UAAR), su uaar.it, 2007. Trattazione basata sulla bibliografia da pag. 301 a 309, pag. 55
  2. ^ Jonathan Israel, Democratic Enlightenment: Philosophy, Revolution, and Human Rights 1750-1790, 2011.
  3. ^ (FR) Alain Bauer e Roger Dachez, Les rites maçonniques anglo-saxons, Paris, Presses universitaires de France, 2011, p. 50.
  4. ^ a b c d Michael LeBuffe, "Paul-Henri Thiry (Baron) d'Holbach", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Summer 2015 Edition), Edward N. Zalta (ed.), su plato.stanford.edu, 2015.
  5. ^ PAUL HEINRICH DIETRICH D'HOLBACH
  6. ^ ibidem

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