La paura è un'emozione primaria, intensamente spiacevole, che deriva dalla naturale avversione al rischio o alla minaccia, presente sia nel genere umano che nel genere animale. Umberto Galimberti, nel suo Dizionario di psicologia, così la definisce:[1]
«Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l'organismo alla situazione di emergenza, disponendo, anche se in modo non specifico, all'approntamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga»
Contrariamente ad altre emozioni primarie, la paura presenta una manifestazione che è per definizione patologica: la fobia. Questa è definita come una reazione esagerata di paura di fronte a un determinato oggetto, animale o evento[2], sproporzionata rispetto alla situazione che si sta affrontando. Per tale motivo il soggetto che presenta delle fobie evita accuratamente tutte le situazioni che potrebbero scatenare la sua ansia[2]: tale evitamento può inficiare la qualità della vita di una persona con fobia, rinforzandola in un circolo vizioso. Sono esempi di fobia la claustrofobia, l'agorafobia e la centrofobia.