Piano sequenza

Il piano sequenza è una tecnica cinematografica che consiste nella modulazione di una sequenza attraverso una sola ripresa, senza soluzione di continuità, generalmente piuttosto lunga.[1]

Come la profondità di campo, il piano sequenza prescinde dal montaggio, che attua un processo di sintesi eliminando tutto ciò che non serve al racconto, sfruttando la molteplicità dei piani all'interno della singola inquadratura e rispettando il tempo del mondo reale. Tuttavia spesso si parla di piano sequenza erroneamente, chiamando in questo modo un'altra tecnica, il long take, a cui si fa ricorso più spesso.

Si tratta di un'opzione estetica cui diversi registi faranno riferimento dopo l'uso rivoluzionario che ne fece il regista Orson Welles in Quarto potere (1941). Verrà poi teorizzata e sviluppata in un contesto culturale differente da André Bazin, che la considerava una tecnica atta, insieme a profondità di campo e long take, a riprodurre la realtà, senza le costrizioni tipiche che venivano imposte dal découpage classico che vincolava lo spettatore a un significato e a un'emotività ben precisi. Queste teorie verranno fatte proprie dalla Nouvelle Vague.

L'espressione deriva dal francese plan-séquence (lett. "inquadratura-sequenza") e fu coniata proprio da Bazin intorno al 1950.

  1. ^ Alberto Cassani, Il piano sequenza, su cinefile.biz, 1º novembre 2016. URL consultato il 4 novembre 2016.

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