Pietro Rava

Pietro Rava
Rava alla Juventus nella stagione 1935-1936
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Altezza175 cm
Peso77 kg
Calcio
RuoloAllenatore (ex difensore)
Termine carriera1952 - giocatore
1964 - allenatore
Carriera
Giovanili
1929-1935Juventus
Squadre di club1
1935-1946Juventus230 (11)
1946-1947Alessandria38 (5)
1947-1950Juventus73 (3)
1950-1952Novara25 (1)
Nazionale
1935-1946Bandiera dell'Italia Italia30 (0)
Carriera da allenatore
1951-1952NovaraGiovanili
1952Padova
1953Carrarese P. Binelli
1953-1954Padova
1954-1955Cuneo
1955-1956Simmenthal-Monza
1956-1957Sampdoria
1957Palermo
1958-1959Simmenthal-Monza
1961-1963Alessandria
1963-1964Biellese
Palmarès
 Olimpiadi
OroBerlino 1936
 Mondiali di calcio
OroFrancia 1938
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Pietro Rava (Cassine, 21 gennaio 1916Torino, 5 novembre 2006) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo terzino sinistro metodista.

Cresciuto nel settore giovanile della Juventus, debuttò con la prima squadra bianconera nel 1935, militando nel club per quindici stagioni fino a diventarne capitano e ottenendo uno scudetto (1949-1950) e due Coppe Italia (1937-1938 e 1941-1942). All'esperienza juventina inframezzò un passaggio all'Alessandria nella stagione 1946-1947, per poi concludere la propria attività agonistica col Novara nel 1952.

Con la nazionale italiana vinse il torneo olimpico di Berlino 1936 e il titolo mondiale di Francia 1938, divenendo con Sergio Bertoni, Alfredo Foni e Ugo Locatelli uno degli unici quattro calciatori italiani ad aver conquistato entrambi gli allori.

Definito dall'allora commissario tecnico della squadra azzurra, Vittorio Pozzo, «il più potente terzino del mondo»[1][2], è ricordato per aver formato col già citato Foni una delle più celebri coppie difensive espresse dalla Juventus e, più in generale, dal calcio italiano nella sua storia.

  1. ^ Emilio Marrese, Una cosa tonda che pesava, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 20 novembre 2005. URL consultato il 24 maggio 2014.
  2. ^ Ossola e Tavella, p. 120.

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