Politica ambientale in Giappone

Panorama della città di Tokyo coperta dallo smog

La politica ambientale in Giappone (日本環境政策?, Nihon kankyō seisaku) concentra la sua attenzione nei confronti della natura e dell'ambiente non tralasciando tuttavia il bisogno del Paese di continuare il suo processo di sviluppo economico e tecnologico. Infatti il Giappone, oltre a fare affidamento su questi ultimi due aspetti, possiede delle solide basi culturali e una sensibilità sociale sulle quali il popolo giapponese ha sempre fatto affidamento nei momenti più critici della sua storia. Tale politica, quindi, può essere ricondotta a una crescente consapevolezza della necessità di una regolamentazione, preservazione e protezione dell'ambiente maturata a partire dalla grande ondata di industrializzazione iniziata nel periodo Meiji.[1]

Per questo motivo, il governo giapponese ha dovuto adottare rigide contromisure per ovviare a tali problemi, con la promulgazione di leggi specifiche a partire dal 1993. In quanto firmatario del Protocollo di Kyoto, il Giappone ha inoltre l'obbligo di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica e di adottare altre misure per contrastare il cambiamento climatico, ponendo una particolare attenzione sulle questioni ambientali più importanti quali l'inquinamento da rifiuti industriali, diossina e alte tecnologie, la gestione dei rifiuti elettronici e dell'energia nucleare, soprattutto dopo il disastro di Fukushima del 2011.

  1. ^ “Effetto serra” sulla politica ambientale giapponese, su giapponeinitalia.org, 6 ottobre 2009. URL consultato il 5 luglio 2013.

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