Politica della Tunisia

La sede della Camera dei Deputati tunisina

La politica della Tunisia si svolge nel quadro di una repubblica semipresidenziale unitaria, con un presidente che funge da capo di stato, un primo ministro come capo del governo, una legislatura unicamerale e un sistema giudiziario influenzato dal diritto civile francese. Tra il 1956 e il 2011, la Tunisia era de facto uno stato a partito unico, con la politica dominata dal secolare Rassemblement Constitutionnel Démocratique (RCD)[1] sotto gli ex presidenti Habib Bourguiba e poi Zine Ben Ali.

Nel 2011, nel contesto della primavera araba, scoppiò la Rivoluzione dei Gelsomini, che portò alla destituzione del presidente Ben Ali e allo smantellamento dell'RCD, aprendo la strada a una democrazia multipartitica.

Nell'ottobre 2014 sono state organizzate le prime elezioni parlamentari democratiche dalla rivoluzione del 2011, che hanno visto la vittoria elettorale del partito laico Nidaa Tounes con 85 seggi nell'assemblea su 217.[2][3]

La Tunisia fa parte della Lega Araba, dell'Unione Africana e dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica. Mantiene stretti rapporti con gli Stati Uniti, la Francia e l'Unione europea, con i quali ha stipulato un accordo di associazione nel 1995, denominato Processo di Barcellona.[4]

I rapporti favorevoli della Tunisia con gli Stati Uniti e l'Unione Europea sono stati guadagnati dopo anni di proficua cooperazione economica nel settore privato, nelle infrastrutture, e nella modernizzazione.

L'Economist Intelligence Unit ha definito la Tunisia una "democrazia imperfetta" nel 2020, inserendola nella stessa categoria di Stati Uniti e Francia. La Tunisia era considerata l'unica democrazia del mondo arabo.

Il primo presidente democraticamente eletto della Tunisia, è stato Beji Caid Essebsi, fondatore del partito Nidaa Tounes. Fu eletto nelle elezioni presidenziali del 2014, e restò in carica fino alla morte avvenuta il 25 luglio 2019, per problemi respiratori.[5]

Nel mese di ottobre si sono tenute nuove elezioni presidenziali, che hanno visto la vittoria al secondo turno, del candidato indipendente Kaïs Saïed contro l'imprenditore e magnate Nabil Karoui, del partito Qalb Tounes;[6] Saïed è stato il secondo presidente eletto a suffragio universale dalla rivoluzione del 2011.

In seguito a varie proteste contro il Governo Mechichi, per la malagestione della pandemia da COVID-19 e la crisi economica, il 25 luglio 2021 il presidente Saïed sospese il parlamento, licenziò il primo ministro[7], consolidando il proprio potere in quello che Ennahda e gli oppositori hanno definito un "colpo di Stato".[8] Dopo il "Golpe" Saied ha sciolto il consiglio della magistratura tunisina, accusato di corruzione e fatto arrestare diversi esponenti politici.[9]

Inoltre a luglio 2022, nel 64º anniversario della Repubblica Tunisina, ha indetto un referendum, molto controverso, con cui è stata approvata una nuova costituzione, che ha aumentato le prerogative del capo di Stato tunisino.[10][11]

A dicembre 2022 Saied ha indetto nuove elezioni legislative, che hanno visto un'affluenza bassissima; l'opposizione ha boicottato le elezioni e chiesto le dimissioni immediate del presidente.[12][13]

  1. ^ Dal 1956 al 1987 il Rassemblement Constitutionnel Démocratique, si chiamava Partito Socialista Disturiano,aquisì la sua nomea attuale dopo il Colpo di Stato in Tunisia del 1987 perpetrato da Ben Ali.
  2. ^ Tunisia, vince Nidaa Tounes, partito anti-islamista - Mondo, su Agenzia ANSA, 30 ottobre 2014. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  3. ^ (EN) Secularist Nidaa Tounes party wins Tunisia election, in BBC News, 30 ottobre 2014. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  4. ^ Tunisian Partnership with Western Europe, su web.archive.org, 12 marzo 2012. URL consultato il 19 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2012).
  5. ^ È morto il presidente Essebsi, su ansamed.info, 25 luglio 2019. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  6. ^ Tunisia: vince il conservatore Saied, su ansa.it, 13 ottobre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  7. ^ Il presidente tunisino ha licenziato il premier e congelato il Parlamento, su Agi. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  8. ^ Tunisia, il presidente Saied licenzia il premier e congela il Parlamento - Africa, su Agenzia ANSA, 26 luglio 2021. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  9. ^ Presidente Tunisia scioglie Csm, lavora a riorganizzazione - Mondo, su Agenzia ANSA, 6 febbraio 2022. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  10. ^ [email protected], Referendum in Tunisia: la vittoria di Saied, su ISPI, 26 luglio 2022. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  11. ^ Giulia Gozzini, Silvia Colombo, Giulia Gozzini-Silvia Colombo, Il referendum autoritario che vuole cambiare la Costituzione tunisina, su Affari Internazionali - Politica ed economia estera, 20 luglio 2022. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  12. ^ Elezioni fiasco in Tunisia, su formiche.net. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  13. ^ Nemmeno il 9% dei tunisini ha votato alle elezioni politiche, su Agi. URL consultato il 5 gennaio 2023.

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