Politica di buon vicinato

Il presidente brasiliano Getúlio Vargas (a sinistra) e il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt (a destra) nel 1936

La politica di buon vicinato o politica del buon vicinato (Good Neighbour policy) fu la linea programmatica e direttiva di politica estera adottata dall'amministrazione del presidente americano Franklin Delano Roosevelt nei confronti dell'America Latina. Sebbene la politica sia stata implementata da Roosevelt, già il presidente Woodrow Wilson aveva usato tale termine in relazione al rapporto degli Stati Uniti dopo la rivoluzione messicana e l'espressione "buon vicino" venne coniata dal senatore Henry Clay nell'Ottocento.

Il principio fondamentale di questa politica era il non-interventismo e la non interferenza statunitense negli affari interni dell'America Latina. Essa serviva anche per rinforzare l'idea che gli Stati Uniti fossero un buon vicino, così da poter intraprendere accordi di mutuo vantaggio coi paesi dell'America del Sud.[1] Il fine ultimo della politica era quello di generare vantaggi economici e di espandere l'influenza degli Stati Uniti sull'America meridionale; a ogni modo molti governi locali si dimostrarono ben poco convinti dall'iniziativa.[2]

  1. ^ Stephen G Rabe, The Johnson Doctrine, in Presidential Studies Quarterly, vol. 36, n. 1, 2006, pp. 45–58, ISSN 1741-5705 (WC · ACNP).
  2. ^ Mark T Gilderhus, The Monroe Doctrine: Meanings and Implications, in Presidential Studies Quarterly, vol. 36, n. 1, 2006, pp. 5–16, DOI:10.1111/j.1741-5705.2006.00282.x, ISSN 1741-5705 (WC · ACNP).

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