Polizeiregiment "Bozen"

Polizeiregiment "Bozen"
Uomini del "Bozen" in via Rasella dopo l'attentato del 23 marzo 1944
Descrizione generale
Attiva1943 – 1945
NazioneBandiera della Germania Germania
Servizio Ordnungspolizei
TipoReggimento di polizia
RuoloGendarmeria
Dimensionecirca 2.000 unità (autunno 1943)
Guarnigione/QGCaserma di Gries, Bolzano; a Roma, il III Battaglione era alloggiato nelle soffitte del Palazzo del Viminale
MarciaHupf, mein Mädel (Salta, ragazza mia), marcia non ufficiale cantata dall'11ª Compagnia per le strade di Roma[1][2]
Battaglie/guerreCampagna d'Italia (Guerra di liberazione italiana)
Decorazionivedi
Reparti dipendenti
tre battaglioni (i primi due formati da quattro compagnie, il terzo da tre compagnie)
Comandanti
Degni di notacolonnello Alois Menschik (comandante del reggimento); maggiore Oskar Kretschmer (comandante del I Battaglione); maggiore Ernst Schröder (comandante del II Battaglione); maggiore Hans Dobek[N 1] (comandante del III Battaglione); sottotenente Walter Wolgasth (comandante dell'11ª Compagnia)
Fonti citate nel corpo del testo
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Il Polizeiregiment "Bozen" (Reggimento di polizia "Bolzano"), già Polizeiregiment "Südtirol" (dal 1º al 29 ottobre 1943) e in seguito SS-Polizeiregiment "Bozen" (dal 16 aprile 1944)[3], era un reparto militare della Ordnungspolizei (polizia d'ordine) della Germania nazista, creato in Alto Adige nell'autunno 1943, durante l'occupazione tedesca della regione nel contesto della Zona d'operazioni delle Prealpi. La truppa era formata da coscritti altoatesini, mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania.

Composto da tre battaglioni, è noto principalmente in quanto il terzo fu impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, dove il 23 marzo 1944 l'11ª Compagnia fu colpita dall'attentato di via Rasella compiuto da partigiani gappisti, riportando trentatré morti e cinquantacinque feriti[N 2]. Per rappresaglia, il giorno seguente i tedeschi perpetrarono l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla cui esecuzione i sopravvissuti della compagnia attaccata non parteciparono, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro "vendicare" i commilitoni caduti.

Le caratteristiche del "Bozen" rappresentano uno dei vari aspetti controversi dell'attentato di via Rasella: per questo motivo, nell'ambito delle pluridecennali polemiche sull'argomento, sono state tratteggiate descrizioni del reggimento tra loro notevolmente difformi, in cui la capacità offensiva e il grado di adesione al nazismo dei suoi uomini sono enfatizzati[4] o al contrario minimizzati[5][6], rispettivamente per affermare o negare la legittimità morale e l'efficacia militare dell'azione partigiana.

Il primo battaglione fu operativo in Istria e il secondo nel Bellunese (dove fu coinvolto nella strage della valle del Biois dell'agosto 1944), svolgendo entrambi prevalentemente attività antipartigiane, compito a cui fu adibito anche il terzo battaglione dopo il suo ritiro da Roma e trasferimento al nord. Tutti e tre si arresero negli ultimi giorni di guerra agli eserciti alleati o ai partigiani.

  1. ^ Katz 2009, p. 241.
  2. ^ Filmato audio Proto Orchester - Hupf' Mein Mädel - 78 rpm - Polyphon 11833, su YouTube. URL consultato il 14 maggio 2020.
  3. ^ Wedekind 2003, p. 329.
  4. ^ Giorgio Bocca, L'intransigenza maestra di vita[collegamento interrotto].
    «famigerato battaglione Bozen, specializzato nella repressione di partigiani, più nazista dei nazisti»
  5. ^ Silvio Bertoldi, Ore 15 del 23 marzo 1944: un carrettino da spazzini carico di morte, in Corriere della Sera, 29 giugno 1997.
    «Nemmeno un vero e proprio reparto militare, più comparse che guerrieri»
  6. ^ Sergio Romano, Attentato di via Rasella. L'orrore delle rappresaglie, in Corriere della Sera, 11 febbraio 2011.
    «probabilmente la meno nazista delle formazioni tedesche presenti a Roma»


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