Polodia

La polodìa (dal greco antico πόλος «perno, asse» e ὁδός «percorso, traiettoria») è il movimento dei poli[1] rispetto alla superficie terrestre. Il termine designa altresì la curva descritta da ciascuno dei due poli sulla superficie terrestre.

Non si confonda il moto di polodìa con il moto di precessione: entrambi riguardano l'asse di rotazione terrestre; ma mentre la polodìa ha come riferimento la Terra e cause ad essa interne, la precessione ha come riferimento la volta celeste e cause esterne alla Terra.

Le curve descritte dai due poli Nord e Sud non sono simmetriche rispetto al centro di rotazione terrestre (cioè al punto dell'asse di rotazione equidistante dai poli), ma restano comunque contenute entro un cerchio[2] di non più di 20 m di diametro[3], salvo cataclismi epocali.

  1. ^ Si definisce polo ciascuna delle intersezioni dell'asse di istantanea rotazione della Terra con la superficie terrestre.
  2. ^ In quasi tutti i testi e i siti che trattano l'argomento si parla di un quadrato: ciò è dovuto al fatto che la curva polodica viene raffigurata su un piano cartesiano il cui asse X passa per Greenwich. Ovviamente le convenzioni geografiche non influenzano i fenomeni geologici.
  3. ^ Ciò è vero per l'oscillazione di medio periodo (annuale o di Chandler). Ma dal 1900 ad oggi si è manifestato un netto spostamento del polo N verso ovest: il periodo relativamente breve di osservazione non permette di stabilire se si tratta di un'oscillazione (limitata e reversibile) di lungo periodo o di una vera e propria deriva (polar wandering nella letteratura anglosassone).

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