Porzia (moglie di Bruto)

«Il giorno prima che Cesare venisse ucciso, Porcia, moglie di Bruto, consapevole del piano, chiese delle forbici, come se volesse tagliarsi le unghie; e scivolatele per caso dalle mani, si ferì. Richiamato dalle grida delle ancelle, egli accorse nella stanza della moglie e, vista la cosa (=l’accaduto), cominciò a rimproverarla, perché aveva voluto fare anticipatamente il compito dei barbieri. Porcia, mandati via i servi, gli disse: “Non per caso ma di proposito, o mio Bruto, mi sono fatta questa ferita: ho voluto infatti provare se avessi sufficiente coraggio per affrontare la morte, qualora la cospirazione avesse un esito sfavorevole”. Si tramanda che Bruto, dopo aver udito queste parole, alzò le mani e gli occhi al cielo ed esclamò: “Piaccia agli dei che io possa essere un marito degno di una tale consorte!”, e la abbracciò.»

Fra Bartolomeo, Porzia, 1490-1495. Galleria degli Uffizi, Firenze.

Porcia, conosciuta in italiano anche come Porzia (circa 70 a.C.42 a.C.), è stata una nobildonna romana, figlia di Catone l'Uticense e della sua prima moglie Atilia.

Sposò in prime nozze Marco Calpurnio Bibulo (un alleato politico del padre) e successivamente Marco Giunio Bruto, suo cugino primo.

Secondo Plutarco, si procurò una profonda ferita alla gamba per convincere Bruto a renderla partecipe dei piani per uccidere Cesare.

Si suicidò prima della morte di Bruto alla battaglia di Filippi, si dice inghiottendo un carbone acceso.

Si sa che lei e Bruto ebbero un figlio, che tuttavia morì ancora infante nel 43 a.C..


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