Prima guerra d'indipendenza italiana

Prima guerra d'indipendenza
(guerra règia)
parte del Risorgimento
La Meditazione, allegoria dell'Italia del 1848 con il libro della Storia e la croce del martirio delle Cinque giornate di Milano[1]
Data23 marzo 1848 - 22 agosto 1849
LuogoRegno Lombardo-Veneto e Regno di Sardegna
Casus belliMoti del 1848
EsitoVittoria dell'Austria e restaurazione asburgica nel Lombardo-Veneto
Modifiche territorialiNessuna
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Regno di Sardegna: 65.000 - 115.000[4].
Repubblica di San Marco: 9.000.
Granducato di Toscana: 6.000[5].
Stato Pontificio: 17-18.000[6].
Regno delle due Sicilie: 11.000[7].
Volontari lombardi: 4.500.
Volontari napoletani: 1.600.
Volontari parmensi e modenesi: qualche centinaio.
Inizio della Campagna del 1848
50.000.
16.000 in formazione al di là dell'Isonzo.
Inizio della Campagna del 1849
100.000 circa.
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La prima guerra d'indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno di Sardegna e da volontari italiani contro l'Impero austriaco e altre nazioni conservatrici dal 23 marzo 1848 al 22 agosto 1849 nella penisola italiana.

Il conflitto fu preceduto dallo scoppio della rivoluzione siciliana del 1848 contro i Borbone. Fu determinato dalle sommosse delle città di Milano (Cinque giornate) e Venezia che si ribellarono all'Impero austriaco e si dettero governi propri.

Una parte del conflitto, quella combattuta dal re di Sardegna Carlo Alberto contro l'Austria in Italia settentrionale, è associata al genere della "guerra regia" e fu composta da due campagne militari. In entrambe le campagne fu il Regno di Sardegna ad attaccare l'Impero austriaco e in entrambe fu sconfitto, perdendo la guerra. Gli episodi determinanti della prima e seconda campagna furono la battaglia di Custoza e la battaglia di Novara.

All'inizio della guerra regia il Regno di Sardegna fu appoggiato dallo Stato Pontificio e dal Regno delle Due Sicilie che però si ritirarono quasi subito senza combattere. Volontari dell'esercito pontificio e di quello napoletano si unirono tuttavia agli altri volontari italiani e combatterono contro l'Austria.

Durante la guerra regia scoppiarono in diversi stati preunitari (Stato Pontificio, Granducato di Toscana, ecc) moti rivoluzionari non riconducibili agli ideali liberali del Piemonte. La storiografia fa confluire tali moti, assieme ai fatti della rivoluzione siciliana successivi al 23 marzo 1848, nella prima guerra di indipendenza associandoli alla “guerra di popolo” che in questo contesto fallì, terminando con la restaurazione delle vecchie istituzioni.

Per le rivoluzioni scoppiate al loro interno, il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio si trovarono schierati nella guerra di popolo sul fronte opposto rispetto a quello della guerra regia, nella quale inizialmente erano favorevoli al Piemonte.

Nel contesto della guerra di popolo, infine, diede il suo primo contributo al Risorgimento quale comandante militare Giuseppe Garibaldi, anch'egli sconfitto come il re di Sardegna Carlo Alberto che abdicò in favore del suo primogenito Vittorio Emanuele.

  1. ^ Dipinto di Francesco Hayez. La spiegazione dell'allegoria è tratta da 1861 I pittori del Risorgimento, Skira, Milano, 2010, p. 100.
  2. ^ Ritiratosi il 29 aprile 1848.
  3. ^ Ritiratosi il 21 maggio 1848 prima che il contingente principale entrasse a contatto con il nemico.
  4. ^ Le due cifre si riferiscono al contingente piemontese all'inizio della prima e all'inizio della seconda campagna.
  5. ^ Corpo costituito in parte da volontari.
  6. ^ Sono compresi anche volontari.
  7. ^ Solo un piccolo nucleo di questo contingente, nonostante gli ordini di Ferdinando II, partecipò alla guerra.

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