Prima guerra persiana

Prima guerra persiana
parte delle guerre persiane
Invasione persiana
Data492 a.C. - 490 a.C.
LuogoTracia, Macedonia, Cicladi, Eubea, Attica
Casus belliEspansione persiana
EsitoI Persiani distruggono Eretria ma non riescono a punire Atene
Modifiche territorialiConquista persiana della Tracia, del regno di Macedonia e delle Cicladi.
Schieramenti
Comandanti
Callimaco (Atene) †
Milziade (Atene)
Arimnesto (Platea)
Dario I (di nome)[non chiaro]
Mardonio (492 a.C.)
Dati (490 a.C.)
Artaferne (490 a.C.)
Effettivi
Presso la battaglia di Maratona:
9 000 Ateniesi?
1 000 Plateesi?
(vedi entità dell'esercito greco)
300/600 triremi?
10 000/30 000 fanti?
1 000 cavalieri?
(vedi entità dell'esercito persiano)
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La prima guerra persiana scoppiò nel 492 a.C. e si concluse con la vittoria ateniese nella battaglia di Maratona, nel 490 a.C. Il conflitto, formato da due spedizioni distinte, fu voluto dal re di Persia Dario I principalmente per punire Atene ed Eretria, che in precedenza avevano sostenuto le poleis della Ionia durante la loro rivolta contro il dominio persiano, suscitando in tal modo l'ira di Dario, che nel conflitto vide anche l'opportunità di estendere il suo dominio in Europa e di rendere sicura la frontiera occidentale del suo vasto impero.

Durante la prima campagna, svoltasi nel 492 a.C., Mardonio fu inviato in Macedonia e in Tracia, dove, però, venne sconfitto dai Traci Bigi. Successivamente questa campagna venne interrotta dal naufragio della flotta persiana in una tempesta al largo del monte Athos.

L'anno seguente Dario inviò dei messi in tutta la Grecia, chiedendo ai Greci di diventare suoi sudditi: quasi tutte le città accettarono questa offerta, con l'eccezione di Atene e Sparta, che invece uccisero gli ambasciatori. Dal momento che Atene riproponeva un atto provocatorio nei suoi confronti e che Sparta gli aveva apertamente dichiarato guerra, Dario ordinò un'altra spedizione militare per l'anno successivo.

La seconda campagna, svoltasi nel 490 a.C., fu comandata da Dati e Artaferne. La spedizione si concentrò inizialmente sulla conquista delle isole Cicladi, che furono tutte annesse all'impero persiano (compresa Nasso, che nel 499 a.C. era riuscita a resistere); raggiunta la terraferma, le truppe sbarcarono a Eretria, che fu assediata, conquistata e rasa al suolo, mentre i suoi cittadini vennero ridotti in schiavitù. Infine l'esercito persiano si diresse verso l'Attica e sbarcò presso Maratona, dove fu gravemente sconfitto dal piccolo esercito schierato dalle poleis di Atene e Platea.

Questa sconfitta impedì il proseguimento della spedizione, costringendo i Persiani a tornare in Asia coi prigionieri eretriesi. La campagna persiana era tuttavia riuscita a centrare la maggior parte dei suoi obiettivi, punendo la maggior parte di coloro che avevano appoggiato i ribellioni e conquistando le isole egee. Data la brusca interruzione di questa spedizione, Dario ne preparò un'altra molto più grande per sottomettere definitivamente tutta la Grecia e per punire Atene e Sparta; questa spedizione però continuò a essere rimandata a causa dello scoppio di insurrezioni a carattere locale all'interno dell'impero achemenide e Dario nel frattempo morì di vecchiaia. Il compito di condurre una nuova campagna fu quindi lasciato a suo figlio Serse I, che la attuò nel 480 a.C.


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