Primo colpo nucleare

Il primo colpo nucleare (in inglese: first strike) è una tra le strategie teoriche di svolgimento di una guerra nucleare, e consiste in un attacco preventivo a sorpresa da parte di una potenza nucleare che impiega improvvisamente una forza tale da distruggere la quasi totalità delle forze nucleari della nazione attaccata. Il primo colpo nucleare consiste nella capacità di una potenza nucleare di sconfiggerne una avversaria distruggendo il suo arsenale atomico in modo tale che il paese che attacchi per primo possa sopravvivere (anche se con danni che considera "accettabili") alla risposta nucleare avversaria però significativamente indebolita dell'attacco, non più in grado di continuare una guerra convenzionale o nucleare.

L'approccio teorico favorito nel caso di attacco ad una potenza nucleare consiste nell'attaccare per primi i sistemi di lancio e gli aeroporti con bombardieri nucleari, nonché i porti e i depositi di armi nucleari del nemico. Questa strategia viene denominata in inglese "counterforce".[1]

A metà degli anni ottanta è stata teorizzata la possibilità che questo attacco venisse preceduto da una decina di esplosioni eso-atmosferiche di potenti testate termonucleari, lanciate ad alta quota da sommergibili (in modalità HANE, oppure di qualche tipo di bomba elettromagnetica-termonucleare) per dar luogo ad un impulso elettromagnetico che avrebbe bruciato trasformatori, linee elettriche, linee telefonico-telegrafiche, antenne e ponti-radio (inclusi tutti gli apparecchi radio e televisivi),e forse anche i cavi e le centraline di alimentazione di molti tipi di motore a scoppio, in modo tale da impedire le comunicazioni tra i centri di coordinamento e molti sili missilistici. L'installazione dei collegamenti in fibra ottica ha però reso alcuni sistemi di comunicazione maggiormente resistenti.

La strategia di attacco contro una potenza non nucleare invece consiste nel distruggere i suoi aeroporti, porti, depositi e fabbriche di armi (specialmente chimiche e biologiche) e raffinerie di petrolio. I centri governativi e quelli di comando e controllo in teoria non dovrebbero essere attaccati, per permettere al nemico di negoziare o arrendersi, e per poter minacciare un "secondo colpo" contro questi.[2] In teoria questo attacco dovrebbe essere preceduto da un attacco nucleare di tipo dimostrativo contro una o due città, per esibire determinazione, come i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki del 1945.[3]


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