Protostoria del Vicino Oriente

Voce principale: Vicino Oriente antico.
La "Dea Madre" seduta, con accanto due leonesse: originariamente da Çatalhöyük, in Turchia, è un reperto neolitico (6000-5500 a.C. ca.), oggi al Museo della Civilizzazione Anatolica, Ankara

La protostoria del Vicino Oriente tratta il periodo in cui, tra i gruppi umani del Vicino Oriente, si diffusero e affermarono nuove tecniche di produzione del cibo e del vestiario, con l'avvento dell'agricoltura, dell'allevamento e della tessitura. La fase, collocata a partire dal 15.000 a.C., è detta protostorica in quanto priva della scrittura.

Nel paleolitico, gli esseri umani avevano vissuto secondo un modello detto di caccia e raccolta, che consisteva nella raccolta di risorse alimentari e nella migrazione, allorquando tali risorse si esaurivano. Caccia, pesca e raccolta di molluschi si integravano con frutta, semi e radici. Non è chiaro perché gli esseri umani si siano progressivamente rivolti ad un modello diverso, fondato sull'agricoltura ed una vita stanziale. Gli studi etnografici sembrano infatti indicare che la vita dei primi coltivatori fosse più impegnativa di quella dei cacciatori-raccoglitori. Secondo alcune ipotesi, è possibile che il desiderio di vivere in comunità più vaste abbia giocato un certo ruolo in questa scelta e alcuni siti archeologici mostrerebbero una sorprendente volontà di cooperare alla produzione di monumenti di vasta portata, forse di natura religiosa (un esempio notevole è Göbekli Tepe).[1]

  1. ^ Van De Mieroop, pp. 10-11.

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