Il Putsch di agosto (in russo А́вгустовский путч?, Ávgustovskij putč) fu un tentato colpo di Stato in Unione Sovietica nel 1991, organizzato da parte di alcuni membri del governo sovietico per deporre il presidente Michail Gorbačëv e prendere il controllo del Paese. Il fallimento del putsch rafforzò la figura di Boris Nikolaevič El'cin, presidente del Presidium del Soviet Supremo della RSFS Russa, il quale si era schierato contro di esso, e che successivamente bandì il PCUS e si fece promotore del processo di dissoluzione dell'Unione Sovietica, che avvenne il 26 dicembre dello stesso anno.
L'obiettivo dei golpisti era quello di preservare l'Unione dall'insorgere delle nazionalità, impedire un alleggerimento del potere centrale e preservare il primato del PCUS.[6]
- ^ a b (RU) Ol'ga Vasil'eva, Республики во время путча, su old.russ.ru. URL consultato il 7 novembre 2015 (archiviato il 17 giugno 2009).
- ^ (EN) Cristian Urse, Solving Transnistria: Any Optimists Left? (PDF), su mercury.ethz.ch, p. 58. URL consultato il 7 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2016).
- ^ (RU) Жириновский, Владимир, su lenta.ru. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato il 16 settembre 2009).
- ^ a b c d e (RU) Artëm Krečetnikov, Хроника путча. Часть II, su BBC Россия, 18 agosto 2006. URL consultato il 22 luglio 2021.
- ^ a b c d (RU) R. G. Apresjan, Народное сопротивление августовскому путчу, su ethics.iph.ras.ru (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2007).
- ^ Melor Sturua, The Real Coup, in Foreign Policy, n. 85, inverno 1991-1992, pp. 63-72.