Radiohead

Radiohead
I Radiohead (da sinistra a destra): Thom Yorke, Jonny Greenwood, Colin Greenwood, Ed O'Brien e Philip Selway.
Paese d'origineBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereArt rock[1][2]
Rock alternativo[3]
Rock sperimentale[3]
Rock elettronico[3]
Periodo di attività musicale1985 – in attività
EtichettaXL
TBD Records
Parlophone
Capitol
Album pubblicati12
Studio10 (9 + 1 remix)
Raccolte2
Logo ufficiale
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Sito ufficiale

I Radiohead sono un gruppo musicale rock alternativo britannico proveniente dall'Oxfordshire e formatosi nel 1985. Fino al 1992, quando cambiarono nome, erano noti come On a Friday. Hanno venduto circa 40 milioni di dischi in tutto il mondo.[4]

La band è formata da Thom Yorke (voce, chitarra, pianoforte), Jonny Greenwood (chitarra solista, tastiere, sintetizzatore, pianoforte, Onde Martenot), Ed O'Brien (chitarra, percussioni, voce di supporto), Colin Greenwood (basso elettrico, sintetizzatori) e Philip Selway (batteria, percussioni).[5]

I Radiohead pubblicarono il loro primo singolo, Creep, nel 1992. La canzone fu inizialmente un insuccesso, ma dopo la pubblicazione dell'album di debutto Pablo Honey, il singolo ebbe un inaspettato successo mondiale. L'album, seppur ben accolto negli Stati Uniti, passò quasi inosservato in Inghilterra. Il successo in patria arrivò solo con il secondo album, The Bends (1995), che fece guadagnare al gruppo numerosi ammiratori. La loro reputazione crebbe ancor di più con l'uscita del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso e dal tema ricorrente dell'alienazione moderna, OK Computer (1997) è riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare della musica rock degli anni novanta.[6]

Con i loro successivi album Kid A (2000) e Amnesiac (2001), la popolarità dei Radiohead arrivò ai massimi livelli.[7] Con questi dischi la band conobbe un'ulteriore evoluzione del proprio stile musicale, fortemente influenzato dalla musica classica contemporanea, dal free jazz e dall'elettronica. Il loro sesto album, Hail to the Thief (2003), caratterizzato da testi maggiormente rivolti all'attualità, è sembrato mescolare influenze da tutta la carriera della band.[8] I Radiohead, dopo quattro anni di assenza dalle scene, nel 2007, completarono le registrazioni del loro settimo album, intitolato In Rainbows, disponibile per il download digitale a partire dal 10 ottobre 2007.[9] Il 18 febbraio 2011 il gruppo ha pubblicato il suo ottavo album in studio, The King of Limbs, scaricabile anch'esso dal loro sito.[10] Nel 2016 ogni informazione presente sulle pagine ufficiali del gruppo nei più famosi social network viene cancellata, mentre il sito ufficiale si tinge interamente di bianco.[11] È l'inizio della campagna che annuncia il ritorno della band con il suo nono lavoro in studio, A Moon Shaped Pool, anticipato dai singoli Burn the Witch e Daydreaming.

La rivista statunitense Rolling Stone ha incluso quattro album dei Radiohead nella sua lista dei 500 migliori album: Kid A alla posizione 20,[12] The Bends alla 276,[13] OK Computer alla 42,[14] e In Rainbows alla 387.[15] La stessa rivista ha inoltre inserito i Radiohead alla posizione numero 73 nella propria lista dei 100 migliori artisti.[16] Gli stessi quattro album sono inseriti nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die.

  1. ^ Michele Chiusi, Storia del rock - Progressive, su Ondarock. URL consultato il 19 gennaio 2012.
    «[...] sempre più insistentemente negli ultimi anni si è parlato di (nuovo) progressive per una serie di proposte musicali sia legate a una nuova vena drammaturgica che ha fatto capolino nel rock (Radiohead, Muse)»
  2. ^ (EN) Radiohead, su britannica.com, Enciclopedia Britannica. URL consultato il 19 luglio 2011.
  3. ^ a b c (EN) Radiohead, su AllMusic, All Media Network.
    «One of the great groups of the alternative era, a restless, experimental unit that incorporated adventurous electronics into their intellectual rock.»
  4. ^ (EN) Two Nights with One of Modern Rock’s Best Bands – Radiohead, su orcasound.com, OrcaSound Montreal Arts & Entertainment Site, 16 luglio 2018. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2019).
  5. ^ Buckley, p. 842.
  6. ^ (EN) Radiohead - OK Computer, su acclaimedmusic.net. URL consultato il 30 maggio 2010.
  7. ^ (EN) US success for Radiohead, su news.bbc.co.uk, BBC, 14 giugno 2001. URL consultato il 30 maggio 2010.
  8. ^ (EN) Hail to the Thief by Radiohead, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 30 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2007).
  9. ^ Giovanni Gagliardi, Radiohead, addio alle major del disco CD in vendita online col prezzo fai-da-te, su repubblica.it, la Repubblica, 1º ottobre 2007. URL consultato il 30 maggio 2010.
  10. ^ (EN) The King of Limbs - Radiohead, su radiohead.com, Radiohead. URL consultato il 25 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2011).
  11. ^ I Radiohead spariscono dai social, su ansa.it, ANSA, 3 maggio 2016. URL consultato il 23 aprile 2017.
  12. ^ (EN) Rolling Stones top 500 albums of all time, su rs500albums.com, Rolling Stone.
  13. ^ (EN) Radiohead, 'The Bends' - 500 Greatest Albums of All Time, su rs500albums.com, Rolling Stone.
  14. ^ (EN) Radiohead, 'OK Computer' - 500 Greatest Albums of All Time, su rs500albums.com, Rolling Stone.
  15. ^ (EN) Radiohead, 'In Rainbows' - 500 Greatest Albums of All Time, su rs500albums.com, Rolling Stone.
  16. ^ (EN) Radiohead - 100 Greatest Artists, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 13 settembre 2014.

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