Ranuccio Tomassoni

Ranuccio Tomassoni (Terni, 1580 circa[1]Roma, 28 maggio 1606) fu un uomo di malaffare e un prosseneta[2].

La sua notorietà è dovuta al fatto che egli fu ucciso, in occasione di una partita di pallacorda (o comunque nelle immediate adiacenze del luogo ove a Roma si praticava quel gioco), dal celeberrimo pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

Era figlio di Lucantonio Tomassoni, militare di carriera di origini ternane che nel tardo Cinquecento si trasferì a Roma portando con sé la famiglia.

  1. ^ In verità la sua data di nascita è sconosciuta. Le fonti però sono concordi nel dire che fosse ancora giovane quando Caravaggio pose fine alla sua vita. Giovane ma non giovanissimo: quando morì aveva moglie, Lavinia Giugoli, e una figlia e rivestiva un ruolo di rilievo negli affari di famiglia: un'età di all'incirca venticinque anni quando fu ammazzato appare quindi un'approssimazione verosimile.
  2. ^ Giovanni Baglione, nella biografia del Caravaggio, definisce Ranuccio Tomassoni un bravo giovane. È noto però il cattivo sangue che correva tra il biografo e il biografato e questa definizione ben si può spiegare con l'intento dell'autore di mettere quanto più possibile in cattiva luce il Merisi. Inoltre Baglione, in quanto caporione del suo quartiere, fu in un certo senso collega del fratello di Rannucio, Giovan Francesco, che ebbe il medesimo ruolo in Campo Marzio. Anche questa può essere una ragione della sua bonomia verso il notorio lenone.

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