Rassegna nazionale delle arti figurative

Voce principale: Quadriennale di Roma.

Nel 1948 anche la Quadriennale di Roma risentì del dibattito su “continuità o rottura” con la cultura del ventennio fascista, all'epoca molto sentito. A segnare il distacco la stessa denominazione venne mutata in Rassegna nazionale delle arti figurative (sebbene dalla successiva edizione del 1951 la rassegna riprenderà il nome originario). Si chiuse "l'era" della gestione di Cipriano Efisio Oppo (che, per la prima volta, si ritenne libero di partecipare come artista all'esposizione) e la Quadriennale venne affidata a un commissario, lo scultore Francesco Coccia, che ne diventò anche segretario generale.

Non furono previsti premi per gli espositori e di conseguenza venne eliminata anche la giuria; la stessa sede espositiva fu spostata, per motivi logistici, alla Galleria nazionale d'arte moderna a Valle Giulia. La continuità rimase nella formula che vide la Quadriennale romana come una ricognizione a tutto tondo delle arti figurative in Italia. Gli artisti presenti furonoo circa ottocento, le opere millecinquecento.

L'esposizione si aprì il 31 marzo del 1948 e si chiuse nel maggio 1948, con una scarsa presenza di pubblico. Vi parteciparono i Neocubisti e gli astrattisti del Gruppo Forma.


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