Rastrellamento del ghetto di Roma

Rastrellamento del ghetto di Roma
Data16 ottobre 1943
05:30 – 14:00
LuogoRoma, ghetto ebraico e altri quartieri della città
StatoBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
ResponsabiliGestapo
MotivazioneEsecuzione dell'Olocausto e occupazione tedesca di Roma
Conseguenze
Morti1 007 uomini donne e bambini
Sopravvissuti16 persone
(15 uomini, 1 donna)

Il rastrellamento del ghetto di Roma fu una retata effettuata da truppe tedesche appartenenti alle SS o alla polizia d'ordine (Ordnungspolizei), con la collaborazione dei funzionari del regime fascista della Repubblica Sociale Italiana tra le ore 05:30 e le ore 14:00 di sabato 16 ottobre 1943 (da cui il ricordo di questo giorno come Sabato nero), che portò all'arresto di 1 259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, quasi tutti appartenenti alla comunità ebraica romana. Gli arresti vennero attuati principalmente in via del Portico d'Ottavia e nelle strade adiacenti ma anche in altre differenti zone della città di Roma[1][2].

Dopo il rilascio di un certo numero di componenti di famiglie di sangue misto (mischlinge) o stranieri, 1 023 rastrellati furono deportati direttamente al campo di sterminio di Auschwitz[3]. Soltanto 16 di loro sopravvissero (15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino morta nel 2000)[4].

  1. ^ Marisa Musu, Ennio Polito, Roma ribelle. La resistenza nella capitale. 1943-1944, Teti Editore, Milano, 1999, p. 91
  2. ^ Robert Katz, Roma Città Aperta. Settembre 1943-Giugno 1944, Il Saggiatore, Milano, 2004, p. 130.
  3. ^ Robert Katz, cit., p. 140
  4. ^ Robert Katz, cit., p. 429

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