Regno armeno di Cilicia | |
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Կիլիկիոյ Հայկական Թագաւորութիւն |
Lingue ufficiali | armeno, latino, francese |
Capitale | Tarso (1080-1198) Sis (1198-1375) |
Politica | |
Forma di Stato | feudale |
Forma di governo | monarchia |
Principi delle montagne / Re | Vedi elenco |
Nascita | 1080 con Ruben I d'Armenia |
Causa | Ribellione contro l'Impero bizantino. |
Fine | 1375 con Leone VI d'Armenia |
Causa | invasione da parte dei Mamelucchi |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Anatolia |
Religione e società | |
Religione di Stato | Chiesa apostolica armena |
Estensione del regno cilicio dell'Armenia | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Impero bizantino |
Succeduto da | Sultanato mamelucco |
Ora parte di | Turchia Siria |
Il Regno armeno di Cilicia (in armeno Կիլիկիոյ Հայկական Թագաւորութիւն?), noto anche come Armenia Minor o Piccola Armenia (da non confondere con il Regno d'Armenia o Armenia maggiore dell'antichità), fu creato durante il Medioevo dagli esuli armeni che fuggivano dall'invasione dei Selgiuchidi della loro madrepatria[1]. Era situato sul golfo di Alessandretta del Mar Mediterraneo, in quella che oggi è la Turchia meridionale. Il regno rimase una entità autonoma dal 1078 al 1375.
Il regno di Cilicia venne fondato dalla dinastia Rupenide, un ramo collaterale della dinastia Bagratide che in tempi diversi salì sui troni di Armenia e Georgia. La capitale del regno era Sis, e per lungo tempo la Cilicia rimase alleata dei Crociati e si promosse come caposaldo e baluardo della Cristianità in Oriente. Essa ebbe anche la funzione di fulcro della cultura e della identità nazionale armena quando l'Armenia rimase sotto la dominazione di potenze straniere.
Il re Leone II d'Armenia contribuì a coltivare l'economia e il commercio della Cilicia mentre crescevano le relazioni con i mercanti europei.[2] Le città ed i castelli più importanti del regno comprendevano il porto di Corico, Lampron, Partzerpert, Vahka, Hromgla, Tarso, Anazarbe, Til Hamdoun, Mamistra e il porto di Laiazzo che serviva come terminal occidentale verso oriente. Pisani, genovesi e veneziani fondarono colonie a Laiazzo attraverso trattati con la Cilicia armena nel XIII secolo.[3] Marco Polo, per esempio, partì per il suo viaggio in Cina da Laiazzo nel 1271[3].