La reintroduzione di specie animali è il rilascio deliberato in natura di una specie precedentemente estinta o scomparsa. Gli esemplari vengono rilasciati dalla cattività o da altre aree in cui la specie è stata in grado di sopravvivere.[1]
L'obiettivo della reintroduzione delle specie è stabilire una popolazione sana, geneticamente diversificata e autosufficiente in un'area in cui è stata estirpata o aumentare una popolazione esistente: le specie che possono essere idonee per la reintroduzione sono tipicamente quelle minacciate di estinzione in natura. Tuttavia, la reintroduzione di una specie può essere anche motivata da scopi diversi dalla tutela della biodiversità[2]: ad esempio, i lupi furono talvolta reintrodotti nelle aree selvatiche del Nord America per frenare la sovrappopolazione di cervi. Poiché la reintroduzione può comportare il ritorno di specie autoctone nelle località in cui erano state estirpate, alcuni preferiscono il termine "ristabilimento".
Da migliaia di anni gli esseri umani reintroducono specie a scopo alimentare e per il controllo dei parassiti. Tuttavia, la pratica della reintroduzione a scopo conservativo è molto più recente, a partire dal XX secolo[3].