Renzo Ravenna

Renzo Ravenna

Podestà di Ferrara
Durata mandato16 dicembre 1926 –
17 marzo 1938
Capo di StatoVittorio Emanuele III di Savoia
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreRaoul Caretti
SuccessoreAlberto Verdi

Dati generali
Partito politicoPNF
Titolo di studiolaurea
UniversitàUniversità degli Studi di Ferrara
Professioneavvocato

Renzo Ravenna (Ferrara, 20 agosto 1893Ferrara, 29 ottobre 1961) è stato un avvocato e politico italiano. Apparteneva a un'importante famiglia ebraica ferrarese e fu, con Enrico Paolo Salem a Trieste, uno dei due soli podestà fascisti di origini ebraiche in Italia prima dell'introduzione delle leggi razziali.[1]

Fu interventista e volontario durante la prima guerra mondiale e amico di Italo Balbo; questo lo fece prima avvicinare e poi iscrivere al Partito Nazionale Fascista, sino a venir nominato podestà. Si dedicò all'amministrazione della città con particolare attenzione per la situazione economica, la ricostruzione urbanistica e le iniziative culturali. Dopo le sue dimissioni, dovute alla istituzione delle leggi antiebraiche (1938) e con la morte di Balbo (1940), si allontanò definitivamente dal fascismo: la persecuzione con la sua famiglia da parte del regime, la fuga in Svizzera e il successivo ritorno a Ferrara, a guerra finita, ne chiusero definitivamente l'esperienza politica. La sua figura di personalità ebraica ricoprente cariche legate al fascismo lo rende oggetto, ancora oggi, di indagine da parte di storici e appartenenti al mondo culturale e politico.

I sei fratelli Ravenna nel 1908. In piedi, dietro, da sinistra: Renzo (1893 - 1961), Gino (1889 - Auschwitz 1944), Alba (1891 - Auschwitz 1944); in primo piano: Margherita (1885 - Auschwitz 1944), Lina (1896 - 1970) e Bianca (1886 - 1944).
Piazza Ariostea, a Ferrara. Qui, in una casa in corso Porta Mare di fronte alla piazza, nel 1898, si trasferì la famiglia Ravenna, dopo che da generazioni era vissuta in via Vittoria, nel ghetto.[2]
  1. ^ Sandro Scandolara, Storia di Paolo Salem l'ebreo fascista che fu podestà a Trieste, in Il Piccolo, 12 giugno 2009. URL consultato il 20 giugno 2019.
  2. ^ Pavan 2006, p. 3.

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