Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania

Unione Birmana (1962-1974)
Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (1974-1988)
Unione Birmana (1962-1974) Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (1974-1988) – Bandiera
Bandiera (1974-1988) (dettagli)
Unione Birmana (1962-1974) Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (1974-1988) - Stemma
Unione Birmana (1962-1974) Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (1974-1988) - Localizzazione
Unione Birmana (1962-1974)
Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (1974-1988) - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome ufficiale
  • ပြည်ထောင်စု မြန်မာနိုင်ငံတော်‌ (1962-1974)
  • ပြည်ထောင်စု ဆိုရှယ်လစ်သမ္မတ မြန်မာနိုင်ငံတော် (1974-1988)
Lingue parlateBirmano
InnoKaba Ma Kyei
CapitaleRangoon
Politica
Forma di StatoStato socialista
Forma di governoStato socialista monopartitico sotto una dittatura militare totalitaria
Nascita1962 con Ne Win
CausaColpo di stato in Birmania del 1962
Fine1988 con Maung Maung
CausaRivolta 8888
Territorio e popolazione
Massima estensione676 578 km2 nel 1974
Popolazione38.868.272[1] nel 1988
Economia
ValutaKyat
Religione e società
Religioni preminentiBuddhismo
Evoluzione storica
Preceduto da Unione Birmana
Succeduto da Consiglio di Stato per la Restaurazione della Legge e dell'Ordine
Ora parte diBandiera della Birmania Birmania

La Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania (in birmano ပြည်ထောင်စု ဆိုရှယ်လစ်သမ္မတ မြန်မာနိုင်ငံတော်, MLCTS Pyihtaunghcu Soshallaitsammat Myanmar Ninengantaw) fu il nome della Birmania durante il regime socialista-militare. Il regime iniziò nel 1962 (anche se fino al 1974 il nome ufficiale rimase Unione Birmana) in seguito al colpo di Stato guidato da Ne Win e dai militari per rimuovere U Nu dal potere. L'ideologia ufficiale fu definita come la Via birmana al socialismo, basata su un omonimo trattato economico scritto nell'aprile del 1962 dal Consiglio rivoluzionario birmano, e prevedeva un modello di sviluppo economico concepito secondo la specifica situazione birmana, la riduzione dell'influenza straniera in Birmania e una maggiore importanza data al ruolo dei militari.[2] Il colpo di Stato guidato da Ne Win e dal Consiglio rivoluzionario nel 1962 fu compiuto con il pretesto delle crisi economiche, religiose e politiche nel paese, in particolare quelle relative alla questione del federalismo e al diritto degli Stati birmani di separarsi dall'Unione.[3]

La Via birmana al socialismo è stata in gran parte descritta dagli studiosi come xenofoba e superstiziosa. Tuttavia, il PIL pro capite reale (costante a 2 000 dollari) in Birmania è aumentato da $ 159,18 nel 1962 a $ 219,20 nel 1987, pari a circa l'1,3% all'anno - uno dei tassi di crescita più bassi nell'Asia orientale in questo periodo, ma pur sempre positivo.[4] Il programma potrebbe anche aver contribuito ad aumentare la stabilità interna e impedire alla Birmania di rimanere intricata nelle lotte della guerra fredda che hanno colpito altre nazioni del sud-est asiatico.[2]

La via birmana per il socialismo ha notevolmente aumentato la povertà e l'isolamento autarchico[5][6] ed è stata descritta come "disastrosa".[7] Il successivo tentativo di Ne Win di rendere il Kyat birmano come una valuta basata su tagli divisibili per 9, un numero che considerava di buon auspicio, decimò i risparmi di milioni di birmani. Ciò contribuì alla rivolta 8888 violentemente repressa dai militari, che istituirono il Consiglio di Stato per la Restaurazione della Legge e dell'Ordine nel 1988[8], rinominato nel 1997 Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo.

  1. ^ https://ourworldindata.org/explorers/population-and-demography?tab=table&time=1988..latest&facet=none&Metric=Population&Sex=Both+sexes&Age+group=Total&Projection+Scenario=None
  2. ^ a b Robert A. Holmes, Burmese Domestic Policy: The Politics of Burmanization, in Asian Survey, vol. 7, n. 3, University of California Press, 1967, pp. 188–197, DOI:10.1525/as.1967.7.3.01p0257y.
  3. ^ Maureen Aung-Thwin e Myint-U Thant, The Burmese Ways to Socialism, in Third World Quarterly: Rethinking Socialism, vol. 13, n. 1, Taylor & Francis, Ltd., 1992, pp. 67–75.
  4. ^ (EN) World Development Indicators, GDP per capita (constant 2000 US$) for Myanmar, East Asia & Pacific region, su google.com, World Bank. URL consultato il 23 febbraio 2019.
  5. ^ Myat Thein, Economic Development of Myanmar, Institute of Southeast Asian Studies, 16 gennaio 2018. URL consultato il 16 gennaio 2018.
  6. ^ (EN) The Burmese Economy and the Withdrawal of European Trade Preferences (PDF), su stefancollignon.de, 13 agosto 2011. URL consultato il 16 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  7. ^ Khan Mon Krann, Economic Development of Burma: A Vision and a Strategy, su books.google.com, NUS Press, 16 gennaio 2018. URL consultato il 16 gennaio 2018.
  8. ^ Obituary: Ne Win, su BBC News, 5 dicembre 2002. URL consultato il 2 gennaio 2010.

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