Rete ferroviaria della Sicilia

La rete ferroviaria della Sicilia, che dal 1986 comprende solo linee a scartamento normale, è gestita interamente da Rete Ferroviaria Italiana; fa eccezione la linea Catania-Randazzo-Linguaglossa-Riposto, di 111 km a scartamento ridotto[1], che è gestita dalla Ferrovia Circumetnea. La rete FS in esercizio si estende, al 2023, per 1370 km di lunghezza[2].

Le ferrovie siciliane risultano costituite in 8 linee, che abbracciano tutte le nove province della regione. Molte linee sono state dismesse e, in genere smantellate, in particolare negli anni sessanta (ma anche fino quasi alle soglie degli anni novanta sono avvenute dismissioni[3]), principalmente perché poco competitive rispetto al trasporto su strada, o in quanto le esigenze per cui erano nate, come il trasporto dello zolfo estratto in grande quantità nelle miniere del centro della regione[4], erano ormai cessate.

La rete siciliana costituisce la più estesa rete ferroviaria insulare del Mediterraneo ma i tracciati sono, di massima, rimasti quelli originari e tortuosi e le opere di ammodernamento, nel corso del ventesimo secolo, sono state molto limitate. A partire dal primo decennio del XXI secolo sono state progettate rettifiche di tracciato, con raddoppio dei binari e varianti significative, tra Bicocca e Fiumetorto e tra Giampilieri e Fiumefreddo, i cui lavori sono in parte ultimati, in parte in corso e in parte solo iniziati.

La rete ferroviaria in esercizio in Sicilia all'inizio del XXI secolo. In rosso le linee RFI, in viola la linea FCE
Una delle prime opere di attraversamento ferroviario urbano a Catania: gli Archi della Marina
  1. ^ Azienda:la storia della ferrovia, su circumetnea.it. URL consultato il 7 novembre 2009.
  2. ^ RFI La rete oggi in: Sicilia, su rfi.it. URL consultato il 18 maggio 2023.
  3. ^ Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su mit.gov.it.
  4. ^ Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medioevale e moderna. pp 510-511, Bari, LaTerza, 1973.

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